L’approvazione della legge Codice Rosso contro la violenza sulle donne ha fatto esultare il governo e Michelle Hunziker ma c’è anche stato chi ha sollevato non pochi dubbi rispetto al testo diventato legge. A ribadire alcune mancanze sostanziali è stata oggi anche la criminologa Roberta Bruzzone che sul suo profilo Instagram ha postato una sintesi di quanto previsto dal codice rosso, commentando: “Tra il dire e il fare…vedremo… alcuni passaggi mi sembrano, in tutta franchezza, impraticabili… e come al solito zero euro per formazione degli operatori e, soprattutto, per la prevenzione…”. Due aspetti, formazione e prevenzione, che non possono affatto essere trascurati. Ma non è la sola a condividere le perplessità sulla legge nata di recente in quanto anche tra i follower della Bruzzone i dubbi serpeggiano. “Ma per i danni morali e per le conseguenze psichiche ?? Tutto compreso o a nessuno preoccupa?”, ha lecitamente domandato una utente, non potendo avere per il momento le adeguate risposte.



ROBERTA BRUZZONE, DUBBI SU LEGGE CODICE ROSSO

Secondo la legge Codice Rosso, la vittima di violenza, molestie e stalking dovrà essere ascoltata da un pm entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato. La medesima legge, come emerso nello schema sintetico pubblicato da Roberta Bruzzone, prevede poi tutte le condanne in base ai vari reati, dal revenge porn agli sfregi, con gli anni di reclusione previsti. “Che buffonata! – si legge sempre tra i commenti al post Instagram della criminologa – Tutti quei “da 1 anno a” mi sembra una tale presa in giro: per la serie finisce tutto a tarallucci e vino!”. E c’è poi anche chi evidenzia che ci sarebbe bisogno di una maggiore sensibilità, attenzione e sostegno concreto oltre che prevenzione. “Spero che le vittime di violenza, di stalking siano ascoltate davvero. E che dopo già la prima denuncia, si passi ai fatti concreti. Troppe donne uccise per mano di chi dovrebbe essere in galera, non a piede libero!”, commenta ancora una donna. A manifestare perplessità, nelle passate ore, era stata anche Lucia Annibali, la deputata del Pd ma soprattutto una delle tante vittime, sfregiata con l’acido da due uomini mandati a compiere l’assurdo crimine dall’ex compagno.



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