Roberta Bruzzone si è sposata due anni fa e lo ricorda su Instagram. Postando uno scatto che la ritrae in compagnia del marito proprio il giorno delle nozze, ha scritto una breve didascalia per ricordare il matrimonio. “Amore mio… due anni strepitosi insieme a te… sei davvero l’unico vero amore della mia vita”. Tanti gli auguri ed i commenti da parte degli estimatori. “Auguri Roby, da quella serata meravigliosa siete rifioriti insieme, che ci siano per voi 1 milione di questi giorni sempre con lo stesso amore!”, “Auguri per altri 100 anni meravigliosi e pieni d’amore. Sei una donna fantastica”, “Auguroni immensi Roberta… ti auguro con tutto il cuore la felicità che meriti e che il tuo compagno ti guardi sempre con gli stessi occhi del primo giorno… con lo stesso smisurato amore”. Tra i commentatori noti, anche Alessandra Tripoli, ballerina e professionista di Ballando con le stelle che quest’anno ha danzato con Ettore Bassi.



Roberta Bruzzone, due anni dal matrimonio: la dedica per il marito

Roberta Bruzzone è felicemente sposata con un uomo che ama alla follia, nel frattempo, intervistata per il GiornaleOFF, per allertare le donne e metterle in guardia, ha fatto l’identikit perfetto del manipolatore affettivo, come riconoscerlo? “È gente in grado di simulare qualsiasi emozione umana, di indossare maschere, l’unica cosa che li blocca è la vergogna. È gente che si ciba della sofferenza altrui, che alterna comportamenti positivi e negativi in maniera casuale, confondendo. È peraltro proprio in questa confusione che risiede la dipendenza dell’altro. Mettere in discussione la nostra idea di qualcuno, nella fase dell’innamoramento, che consideriamo meraviglioso è pressoché impossibile: tendiamo piuttosto ad attribuirci delle colpe personali. La gente non comprende che le dinamiche di dipendenza che si innescano in una relazione di questo tipo sono identiche a quelle che si manifestano con le droghe o con il gioco d’azzardo. Si può diventare dipendenti da una relazione ed è una dipendenza che non ha nulla da invidiare a quelle alle quali siamo più abituati”.



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