L’intervista di Giovanni Terzi su Libero a Matteo Sereni e al suo avvocato non ha fatto scalpore solo per la vicenda raccontata dall’ex portiere, quella cioè dell’archiviazione del caso relativo ai presunti abusi sui minori. Ha suscitato anche la dura reazione della nota criminologa Roberta Bruzzone, citata in un passaggio dell’intervista dall’avvocato Giacomo Francini. Questi ha fatto riferimento ad un verbale di assunzioni di indagini del 3 maggio 2017 in cui l’ex moglie di Matteo Sereni, Silvia Cantoro, «dichiarava che era stata la sua consulente, la dottoressa Bruzzone, a consigliare di registrare tutti, anche i minorenni». Una modalità, come spiegato dal legale, che «non è considerata corretta per ciò che è stato sancito dalla “Carta di Noto”, che racconta le giuste modalità di riscontro rispetto a un minore potenzialmente oggetto di abusi».



Immediata la replica della nota criminologa, che ai microfoni de IlSussidiario.net ha smentito aspramente quanto le è stato attribuito rispedendo al mittente le pesanti accuse: «Domani mattina (oggi, ndr) provvederò a depositare la denuncia-querela, depositando integralmente il verbale citato nell’articolo da parte, corredato dalle trascrizioni integrali di quel colloquio avvenuto tra la Cantoro e il pm, dove si evince in maniera chiara che io ho dato indicazioni opposte, cioè ho detto alla Cantoro di non forzare i minori e il riferimento a registrare era chiaramente e univocamente riferito a soggetti adulti, con cui la Cantoro aveva a che fare in quel periodo, in particolare gli assistenti sociali, perché stava accadendo qualcosa che ritenevo veramente anomalo».



ROBERTA BRUZZONE “ACCUSE GRAVISSIME E INFONDATE”

Un passaggio chiaro e cristallino per Roberta Bruzzone: «Ho invitato la Cantoro a registrare ovunque andasse e questo non poteva riguardare i minori, perché li aveva a casa». Ai nostri microfoni si è detta «sconcertata e inorridita che un avvocato possa arrivare a inventarsi una circostanza di questo genere, posto che lui gli atti li conosce bene e sa perfettamente che io non ho mai dato quel tipo di indicazione». A tal proposito entra proprio nel merito del verbale che – «ed è questa la circostanza aggravante» evidenzia la criminologa – «dice chiaro e tondo che io le ho sempre raccomandato di non forzare mai i minori, in nessun modo». Il consiglio, dunque, «era riferito a ciò che accadeva fuori al perimetro familiare, in particolare con gli assistenti sociali perché c’erano delle problematiche poi sfociate in un procedimento penale. Ma non c’entrava proprio niente il riferimento ai minori».



Quindi ora Roberta Bruzzone passa all’attacco: «Chiaramente questi signori nelle debite sedi si dovranno assumere la responsabilità per le cose che hanno scritto sul mio conto, per le gravissime affermazioni, peraltro, nel merito dell’attività che svolgo da moltissimi anni e in maniera assolutamente precisa e fedele a tutti i protocolli internazionali». Per questo definisce «di una gravità immensa quello che è accaduto. Hanno messo in bocca alla signora Cantoro qualcosa che non è mai avvenuto». Non manca un attacco a Giovanni Terzi che ha intervistato per Libero l’avvocato Giacomo Francini: «Anche lui si prenderà la responsabilità di quello che ha fatto. Non si è neppure premurato di fare una verifica seria su una questa così delicata». Oltre a parlare di «una diffamazione di una gravità inaudita», evidenzia l’aspetto paradossale di questa vicenda: «Per questo trovo di una gravità assoluta che in un pezzo del genere ci siano affermazioni di tale gravità completamente smentite dal medesimo documento che hanno citato loro».

«Credo sia un modo di procedere anche dal punto di vista giornalistico che è inconcepibile, ma io faccio un altro mestiere, però quando devo citare una fonte lo faccio in maniera seria. Evidentemente non è così per tutti», ha proseguito Roberta Bruzzone. Dopo la denuncia, comunque, intende presentare un esposto contro il legale Giacomo Francini: «Voglio che valutino anche l’idoneità a svolgere la professione». Il suo legale, l’avvocato Sara Carsaniga, oltre a produrre le prove di quanto dichiarato dalla sua assista sottolinea che «il riferimento del Gip è palesemente rivolto ai consulenti d’ufficio, sia in sede civile che in sede penale, e non ai consulenti di parte», pertanto «non può essere attribuita alla dott.ssa Bruzzone una presunta carenza di professionalità nell’esercizio del suo mandato, e ad abuntantiam basti solo ricordare che nell’ordinanza di archiviazione in alcun modo si fa riferimento alla dott.ssa Bruzzone».