Roberta Bruzzone: criminologa, psicologa forense, ma – prima ancora – personaggio televisivo e opinionista italiana. Questo, in breve, il suo identikit, che comunque resta manchevole di almeno uno dei suoi tratti caratteristici. Quale? Ah, sì: giudice speciale a Ballando con le Stelle. Questa sera rivedremo lei insieme al resto della giuria all’interno della nuova puntata del programma, la prima di questa quindicesima edizione per certi versi ‘particolare’. Eppure – a dispetto delle novità di contorno – squadra che vince non si cambia. Roberta è a Ballando ormai da qualche anno: importante il suo ruolo per quanto riguarda l’approfondimento psicologico dei concorrenti, in una modalità che unisce l’utile (informativo) al dilettevole. “Ho sempre amato verificare le situazioni”, dichiara lei in un’intervista dell’agosto scorso a Lettoquotidiano.it, in cui spiega com’è nata la sua passione. “L’interesse verso l’indagine della psiche umana – prosegue – è qualcosa che mi ha accompagnato fin dalla scuola. Insomma il primo libro di scienze forensi l’ho preso in mano che ancora non avevo finito le scuole medie. I miei professori quando raccontavo il mio progetto professionale mi guardavano un po’ perplessi dicendo che secondo loro era impossibile. Direi che ho avuto ragione io!”.



Roberta Bruzzone: “Il mio è più che un lavoro”

Nel corso degli anni, poi, Roberta Bruzzone è stata oggetto di numerose critiche e vere e proprie detrazioni, anche se ad oggi nega di essersi sentita discriminata (in quanto donna e non solo): “C’è stata sicuramente della gente che ha cercato di mettermi i bastoni tra le ruote inventando sul mio conto qualunque calunnia e fantasia giocando sicuramente anche sul fatto che io fossi donna ma non era quello il motivo. Hanno cercato, non solo uomini ma anche donne, di mettere in giro false voci dicendo che non avevo titoli (circostanza che è stata ampiamente smentita nelle debite sedi)”. Ciononostante, Roberta non ha mai pensato di abbandonare, dandola vinta a chi la screditava: “No, non l’ho mai avuta questa tentazione perché svolgo da tanti anni questa professione che ho voluto fortemente. Mi dà una pienezza enorme poter essere utile a chi c’è ancora perché spesso le famiglie delle vittime devono avere delle risposte ed è fondamentale che le ricevano in maniera affidabile per far in modo che emergano verità e chiarezza. Insomma non è soltanto un lavoro ma è proprio una missione!”.



I consigli di Roberta Bruzzone agli aspiranti criminologi

Se dovesse dare un consiglio a quanti – tra i giovani – ambiscono a fare il suo stesso mestiere, Roberta Bruzzone direbbe “di restare nel proprio perimetro professionale, a seconda del proprio interesse”. Ecco spiegato in che senso: “Se interessa di più l’indagine sulla mente laurearsi in psicologia o prendere la specializzazione in psichiatria, se l’interesse è più di tipo scientifico magari laurearsi in fisica o biologia. Purtroppo molto alto è il rischio che tuttologi o gente totalmente improbabile si accrediti ma in tribunale poi non vengono ascoltati”.

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