Netflix comincia il nuovo anno con una serie che ha fatto discutere prima della sua uscita, Messiah. In Siria, una terra tormentata dalla guerra, appare una figura misteriosa che predica un approccio differente alla vita. C’è chi comincia a ritenerlo un messia, altri un potenziale nuovo Bin Laden. Il contrasto tra i protagonisti si basa su una concezione differente di fede. Bisogna credergli o no? In nostro aiuto arriva un’esperta, la popolare psicologa e criminologa Roberta Bruzzone. La piattaforma di streaming l’ha infatti coinvolta per realizzare un video destinato a rendere ancor più popolare la serie tv in Italia. «Come si arriva a scegliere se credere o meno a qualcuno? Spesso è piuttosto complesso capire le reali intenzioni di una persona, soprattutto quando abbiamo a che fare con i manipolatori di matrice narcisistica», esordisce la Bruzzone nella clip diffusa da Netflix su YouTube e i vari canali social. Poi ha fornito una serie di spunti riflessivi frutto della sua esperienza professionale: «Un individuo capace di persuadere, ingannare e manipolare solitamente comunica per confondere, utilizza frasi brevi, ripetitive, a tratti imperative. I manipolatori sanno simulare qualunque tipo di emozione, anche se non sono in grado di provarla davvero».



ROBERTA BRUZZONE SU SERIE TV MESSIAH: “CREDERE? BISOGNA RISCHIARE”

L’idea di Netflix di coinvolgere Roberta Bruzzone nella promozione della serie tv Messiah per la sua uscita odierna è piaciuta ai fan della piattaforma, oltre che a quelli della criminologa. Quest’ultima ha messo la sua esperienza a disposizione per seguire la serie con alcuni elementi importanti a disposizione: «Manipolare per alcuni è facile, è una predisposizione naturale: utilizzano domande incalzanti, mosse con tono accusatorio volte a creare dubbi e incertezze e mandare l’interlocutore in confusione». E questo permette loro di ottenere vantaggi per acquisire potere e dominare gli altri. Inoltre, ha fornito alcuni strumenti per valutare se una persona è sincera: «La possiamo valutare anche attraverso il modo in cui viene utilizzato lo sguardo da parte dell’interlocutore. Guardarsi negli occhi solitamente è considerato un requisito indispensabile per uno scambio autentico e sincero tra due persone che comunicano». Ma ci sono casi in cui è difficile stabilire se una persona è sincera. «Ci sono persone per le quali mentire è una parte integrante e irrinunciabile del funzionamento della loro mente, per questo genere di soggetti non esiste più una sostanziale differenza tra verità e menzogna». Cosa bisogna fare allora secondo Roberta Bruzzone? «In questi casi l’unica possibilità è correre un rischio: scegliere se credere rischiando di essere ingannati o scegliere di non credere rischiando però di non essere salvati». Non è in fondo anche una questione di fede?



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