Roberta Bruzzone, in una intervista a La Verità, ha parlato di Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchettin, sottolineando che non è difficile trovare nella società odierna dei giovani che nutrono una dipendenza affettiva nei confronti di coetanee. Il problema, secondo la criminologa, è all’origine. “Anche nelle famiglie apparentemente funzionali, molte madri tendono a riservare ai figli maschi un trattamento privilegiato, preservandoli, ad esempio, da una serie d’incombenze domestiche. Ancor oggi, molte madri sono predisposte a non responsabilizzarli nell’abitazione, come se fossero badanti, le donne delle pulizie dei propri figli. Questo modello è più subdolo di quanto si creda”, ha sottolineato.



Gli esempi in cui questa cultura si manifesta quotidianamente sono numerosi. “È difficile generalizzare, però la madre italiana media tende a fare del figlio una sorta di ‘piccolo Buddha’, perché aver avuto un maschio è come se la riscattasse dalla sua condizione di femmina. Siamo un Paese in cui, ridendo e scherzando, quando ti sposi, si dice ancora ‘Auguri e figli maschi’”.



Roberta Bruzzone: “Troppe madri non responsabilizzano figli”. Il caso Filippo Turetta

La stessa Giulia Cecchettin è stata vittima di questo meccanismo. “Probabilmente, per un certo periodo, ha scambiato l’estrema presenza, l’assedio di Filippo, che non le consentiva di fare nulla da sola, come segnale di grande interesse, ma quando ha sentito che l’aria le mancava, ha cominciato a capirne, senza coglierla fino in fondo, la pericolosità. Lui l’ha manipolata, come fanno i covert, anche attraverso continue minacce di suicidio”, questo il pensiero di Roberta Bruzzone.

Anche la personalità di Filippo Turetta, secondo l’esperta, sarebbe il frutto degli insegnamenti impartiti in famiglia. “Io, in lui, ravviso tratti caratteristici del disturbo narcisistico di personalità nella sua versione più subdola, quella passivo-aggressiva, o covert. Questo tipo di disturbo della personalità si sviluppa nei primi tre anni di vita. Lui ha sviluppato un io molto fragile, con una teoria disfunzionale della mente degli altri. Non dico sia colpa della madre ma probabilmente questo ragazzo, per sviluppare una personalità così disturbata, nei primi tre anni di vita non ha ricevuto modelli di attaccamento adeguati”, ha concluso.