Roberta Morise, ospite a Weekly, ha parlato della sua passione per la musica: “Io canto fin da quando ero piccola. Anche mia sorella, lei era quella con la faccia tosta. La passione ce l’ha trasmessa papà. Io però ero molto timida, mi nascondevo sotto il tavolo per cantare. Papà è riuscito a corrompermi pian piano. All’inizio mi rifiutavo, poi mi ha convinta”, ha raccontato.



Gli artisti da cui ha preso ispirazione sono numerosi e con molti di questi è riuscita anche ad esibirsi durante la sua carriera. “Io quando canto non ho filtri, tutto quello che mi emoziona arriva diretto e viene fuori. Con Toto Cutugno ho vissuto uno dei momenti più emozionanti a ‘I migliori anni’”. Ma non solo. “Quando conobbi Lucio Dalla avevo la gioia negli occhi. Pensai che avrei potuto smettere di lavorare per quanto ero felice. Avevo realizzato il mio desiderio più grande. Era il mio maestro. Era il 2011 e poco prima dell’esibizione facemmo le prove. Ero emozionantissima. Gli dissi: ‘Lucio, che piacere conoscerti’. Lui mi guardò e, anche se sicuramente non mi aveva mai vista in vita sua, rispose: ‘Roberta, il piacere è tutto mio’. Poi cominciò a cantare Caruso tenendomi per mano. A metà canzone si fermò e mi disse: ‘Sai, io questo brano l’ho cantato con tutti, ma mi stai regalando un’emozione unica’”.



Roberta Morise: “Passione per il canto trasmessa da papà”. L’avventura a Camper in Viaggio

Roberta Morise tuttavia quest’anno ha messo da parte momentaneamente il canto per condurre il programma itinerante Camper in Viaggio insieme a Tinto. “È stata un’esperienza bellissima. In studio dicevamo spesso che il camper è uno stato d’animo, ma non ci credevamo fino in fondo. Dopo averla vissuta invece abbiamo capito che è vero. È stato un viaggio molto intenso”, ha raccontato.

Anche le difficoltà, tuttavia, non sono mancate. “Tinto per me è stato fondamentale. È rarissimo trovare un amico oltre che un compagno di avventura dato che nel lavoro non ci si sceglie. Nelle prime due settimane di lavoro avevo pensato di mollare e andare via, perché era tutto troppo stressante, troppo veloce. Era molto diverso da quello che avevo fatto in passato. Se non ci fosse stato lui, non avrei continuato”, ha ammesso.