Roberta Petrelluzzi, giornalista e conduttrice della storica trasmissione Un giorno in pretura, si prepara al suo ritorno in tv in programma per il prossimo 8 maggio su Rai3. In una recente intervista per Libero Quotidiano ha svelato se le piacerebbe seguire il processo al figlio di Beppe Grillo, Ciro, accusato di violenza di gruppo: “No, grazie: è diventato un caso troppo mediatico, un agone con tanto di schieramenti”, ha commentato la Petrelluzzi. Ed in merito al caso del momento ha proseguito: “Non mi interessa far parte di questa arena. Tra l’ altro se, come si dice, circolano i video della serata (dove le ragazze non si stavano certo smaltando le unghie), ecco quello sì che è da galera! È una cosa indegna di un Paese civile”. Così come le colleghe Leosini e Sciarelli, anche lei non nega di avere per natura un approccio distaccato mentre smentisce categoricamente di essere una negazionista: “Ma quando mai! Mi sono persino vaccinata con AstraZeneca. Semplicemente, sono per farmi sempre un’ opinione personale, informandomi e approfondendo”, ha spiegato.



A proposito di vaccini, se dovesse mettere la pandemia a processo sul banco degli imputati vedremmo il governo o i virologi? “Bella domanda. Forse nessuno. Il governo ha fatto quello che poteva e sfido chiunque, nelle stesse condizioni, a commettere meno errori. Quanto ai virologi, è gente che viveva chiusa in laboratorio: è normale che l’ esposizione abbia dato loro un po’ alla testa. Ma, suvvia, è un peccato veniale…”, ha commentato.



ROBERTA PETRELLUZZI E LA SUA IDEA DI GIUSTIZIA

Nei confronti dei criminali Roberta Petrelluzzi ha ammesso di nutrire un gran rispetto: “Non si tratta di condannare qualcuno ma di prendere atto che, nel mondo, esistono persone così. Non giudichiamo, ma rappresentiamo la realtà”. Tuttavia in Italia il garantismo, a detta della giornalista, esisterebbe “a fasi alterne” a seconda della persona coinvolta. In merito alla proposta di ripristinare la pena di morte ha commentato: “sono contrarissima. Come sono contraria al 41-bis in eterno: è un fallimento dello Stato che, non essendo in grado di proteggersi, ricorre a questa soluzione che è peggio della morte”. Avendo assistito a svariati processi, la Petrelluzzi si è fatta un’idea della giustizia: è davvero uguale per tutti? “Sì, perché alla fine il ricco sbaglia tanto quanto il povero. Più che la giustizia, il vero tema sono le procure e i PM: è a questo livello che le indagini possono essere pilotate”.

Leggi anche

Myrta Merlino lascia Pomeriggio Cinque?/ Mediaset pronta a rivoluzionare lo storico programma