Il caso di scomparsa di Roberta Ragusa è uno dei maggiori gialli degli ultimi anni. Sono ormai trascorsi 8 anni dalla sparizione misteriosa della mamma di Gello di San Giuliano Terme, un caso che ha precorso i tanti casi di femminicidio sempre più in aumento e che stasera sarà al centro della nuova puntata di Chi l’ha visto. Il motivo è legato all’annuncia di Antonio Logli relativo al ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo. Dalla passata estate c’è una verità processuale sul caso di Roberta Ragusa: il marito Antonio Logli è stato condannato per omicidio e distruzione di cadavere e sta scontando una pena di 20 anni di reclusione nel carcere a Massa. L’uomo tuttavia non ha mai ammesso di aver commesso il delitto né ha mai rivelato dettagli sul luogo dove si troverebbe il corpo della moglie che nonostante anni di ricerche non è mai stato trovato. Motivo per il quale sono state sollevate le tesi di un allontanamento volontario. Ma dunque, come è stata fatta sparire Roberta? E dove è finito il suo corpo? Interrogativi che ad oggi non trovano risposta. La cugina della vittima, Maria, proprio ai microfoni della trasmissione Chi l’ha visto ha commentato: “Io ho sempre pensato che se qualcosa si fosse trovato di mia cugina sarebbe stato in maniera fortuita, come tanti altri casi giù successi”. Il marito Antonio logli, nel frattempo, continua a dirsi innocente ed a lottare affinché possa essere dimostrata la sua verità.
ROBERTA RAGUSA, LETTERA DEL MARITO ANTONIO LOGLI
In una lettera dal carcere riportata oggi dai quotidiani tra cui l’HuffingtonPost, Antonio Logli, accusato dell’omicidio della moglie Roberta Ragusa tuona: “Sono innocente. Sono completamente estraneo alla sparizione di Roberta che manca ogni giorno sia a me che ai miei figli. È per questo motivo che ho deciso di rivolgermi anche alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo”. Logli ha respinto anche le accuse di chi dice che i figli sarebbero stati manipolati: “Ho letto considerazioni che ritengo tendenziose – per usare un eufemismo – che coinvolgono non soltanto la mia persona, ma anche e soprattutto quella dei miei figli, in particolare Daniele. Voglio smentire categoricamente il fatto che mi viene imputato, di averli plagiati con i miei discorsi e comportamenti”. Sono frasi contenute in una più ampia lettera scritta a mano e resa nota dalla criminologa Anna Vagli che, come spiega La Nazione, entra a far parte ufficialmente del pool difensivo dell’uomo. La stessa criminologa ha spiegato: “Con l’Avvocato Di Martino stiamo lavorando a nuovi spunti investigativi. La Corte Europea non è l’unica strada che stiamo valutando. Quanto al mio incarico, per il momento posso soltanto dire che lo svolgerò con la professionalità e la determinazione che mi contraddistingue”.