La vicenda di Roberta Ragusa e del marito Antonio Logli è da sempre “rivelatrice” di una quantità di dettagli, novità, intercettazioni, liti e accuse incrociate che sfiorano l’impossibile: alla vigilia dell’ultimo atto – domani è attesa infatti la sentenza in terzo grado di Cassazione contro il marito della donna misteriosamente scomparsa nel 2012 – clamorosamente emergono ancora novità in merito alla particolare situazione di Sara Calzolaio, l’amante di Logli, e della famiglia della povera Roberta. «Ha iniziato a parlare al presente di Roberta da un certo punto dell’intervista in poi, come se qualcuno, magari gli avvocati difensori di Logli o non so chi le avessero fatto un cenno preciso. Mi pare chiaro che in quella famiglia tutti ora stanno recitando una parte in commedia» sono le durissime parole di Marika Napolitano, una delle cugine di Roberta Ragusa, a commento della puntata di Quarto Grado andata in onda domenica scorsa. Raggiunta da La Nazione, la parente della compianta scomparsa non si arrende e attacca «preferisco non commentare le parole dei ragazzi che comprendo possano essere legati così tanto al padre. Semmai mi chiedo come lui, adesso che si avvicina il rischio di finire in carcere, abbia deciso di esporli così tanto dal punto di vista mediatico, come se fossero merce di scambio».

DOMANI LA SENTENZA CASSAZIONE SU ANTONIO LOGLI

Ancora più dura la cugina di Roberta Ragusa contro l’amante e oggi compagna di Antonio Logli, Sara Calzolaio: «Quel parlare di lei al presente – dice Marika Napolitano – è un modo per continuare a offenderla come è stato fatto in tutti questi anni. Spero solo che la Cassazione le dia finalmente giustizia, anche se purtroppo non sappiamo neppure dove portarle un fiore. Continuare a ritenere, come ha fatto Sara e dicono da sempre i Logli, che sia viva da qualche parte è un insulto a Roberta, anche da morta. Ma non credo che questo possa influenzare i giudici che con due sentenze hanno già stabilito che Logli ha ucciso sua moglie e ne ha distrutto il cadavere, così come la Cassazione stabilì che non vi era alcun elemento che facesse propendere per un suo allontanamento volontario ma ordinò un processo per omicidio». Domani la sentenza della Corte di Cassazione è attesa entro la serata e il destino ultimo per il marito di Roberta verrà decretato: rischia 20 anni di carcere (dopo 2 condanne in primo grado e l’appello) per omicidio volontario e distruzione di cadavere. Se il ricorso presentato dalla Difesa non fosse accettato dalla Suprema Corte, allora le porte del carcere si aprirebbero immediatamente per Logli che, ricordiamo, si è sempre pronunciato come innocente.