Quarto Grado continua ad occuparsi del caso di Roberta Ragusa, la donna scomparsa da Gello San Giuliano Terme, il 13 gennaio 2012. Nonostante la condanna della Cassazione nei confronti di Antonio Logli a 20 anni di reclusione per omicidio volontario e distruzione di cadavere, nel programma di Gianluigi Nuzzi si continuano a raccogliere elementi che potrebbero essere utili per capire che fine ha fatto Roberta. La chiave del mistero è ovviamente quella del corpo della donna: il maresciallo dei Ros in pensione Rino Sciuto, che per 3 anni si è occupato del caso, ha escluso che il cadavere della donna possa essere stato locale della GeSTe, l’azienda municipalizzata per cui Logli lavorava da elettricista, o in qualche pozzo della zona. Tutto è stato vagliato con la massima attenzione. Ecco allora che Rino Sciuto confessa il suo grande sospetto:”Io mi sono fatto la mia personalissima opinione: a Gello non ci sono i secchioni tipici che vengono prelevati dagli autocompattatori, ma dalla via Ulisse Dini alla via di Gello lì cominciano ad esserci i primi secchioni dell’immondizia del comune di Pisa. Io ho paura che possa essere finita in un secchione, in un autocompattatore”.

ROBERTA RAGUSA, CORPO SCARICATO NELLA DISCARICA DI PECCIOLI?

Il sospetto del maresciallo Rino Sciuto, dunque, è che Logli abbia ucciso Roberta Ragusa e che il suo corpo sia finito prima in un autocompattatore e poi direttamente in discarica. Quarto Grado, già all’epoca dei fatti, aveva verificato che il contenuto dei cassonetti dell’indifferenziata di Pisa finiva all’inceneritore di Ospedaletto, ora chiuso, e che era impossibile che un corpo non venisse rilevato al momento dello smaltimento. La trasmissione di Rete 4, però, precisa che una fonte ha rivelato che alcuni tra questi cassonetti venivano scaricati nella discarica di Peccioli, a circa 40 km da Pisa: “Se uno mettesse un saccone nero all’interno di un cassonetto grigio, arriva il camion e svuota il cassone del camion in discarica dalla mattina alla sera ci sono altri centocinquanta camion che vanno lì e ci rovesciano sopra altre 150 tonnellate di rifiuti al giorno, per cui questo benedetto corpo potrebbe essere in teoria nella discarica”. L’azienda che oggi si occupa del trasporto dei rifiuti ha confermato che il contenuto di altri cassonetti nella zona del Valdarno finiva proprio nella discarica di Peccioli. Tra questi anche i cassonetti di Pontedera, distante mezz’ora di macchina da Gello: è possibile che Logli abbia guidato per una 30ina di km buttando il corpo della moglie in un cassonetto del posto? Se sì, c’è una probabilità che la “tomba” di Roberta Ragusa sia diventata la discarica di Peccioli.