Caso Roberto Ragusa, Loris Gozi annuncia la querela nei confronti di Antonio Logli per diffamazione. Il supertestimone del caso di cronaca nera si è ribellato all’accusa dell’imputato – condannato a 20 anni per omicidio volontario e distruzione di cadavere – di testimonianza falsa. Intervistato da Storie Italiane, Loris Gozi ha spiegato: «Non se ne può più, dopo nove anni viene ancora detto che io sono un testimone falso. Noi non siamo testimoni falsi, noi abbiamo sempre detto la verità. La verità è venuta fuori in tribunale, è venuta fuori, abbiamo sempre detto la verità. Poi c’è una signora che va in televisione, dice che c’è un testimone: ben venga che c’è un testimone, però non vorrei che passi quello che ho passato io in nove anni. Gli auguro che non passi quello che ho passato io». Loris Gozi ha poi aggiunto: «Noi abbiamo sempre detto la verità, non ho visto mai uccidere nessuno io, mi sono limitato a dire quello che ho visto e sentito quella sera lì. Ho visto il signor Logli, fermo in macchina a fari spenti, non faceva niente, era fermo in macchina. Poi sono uscito col cane un’altra volta dieci-quindici minuti e ho visto un uomo e una donna che litigavano, no visto, sentito più che visto. Io non ho mai detto che era il signor Antonio Logli o Roberta Ragusa, perché se ce l’avevo con lui avrei detto questo, ma avrei detto una bugia perché non è così».

ROBERTA RAGUSA, LORIS GOZI QUERELA ANTONIO LOGLI

«La situazione è diventata insostenibile, non ce la facciamo più», la rabbia di Loris Gozi, il supertestimone del caso Roberta Ragusa. Presente in studio da Eleonora Daniele l’avvocato Antonio Cozza, che cura gli interessi di Gozi: «È stato in silenzio per molto tempo, negli ultimi giorni c’è stato l’ultimo attacco. La denuncia è stata fatta perché non si può attaccare una persona che ha compiuto un dovere civico». Non è tardata ad arrivare la replica di Anna Vagli, consulente di Logli: «C’è un po’ di confusione: Logli non ha attaccato la persona di Loris Gozi ma la testimonianza di Gozi. La querela mi sembra abbastanza fuori luogo, si è limitato solo dire che la testimonianza non è attendibile». Così ancora Cozza: «Lui nella lettera ha parlato di testimonianza falsa, non di testimonianza non attendibile. Se lo pensa, lo dice davanti ad uno specchio e non pubblicamente, umiliando così il signor Gozi». Poi la precisazione della Vagli: «Lui continua a confondersi ancora oggi quando rilascia le interviste». Netto il giudizio della criminologa Roberta Bruzzone: «Il diritto di difesa non è il diritto di offendere e diffamare le persone».