L’ha tramortita, poi bruciata viva, infine ha buttato il cadavere in un burrone. Per questo Pietro Morreale è stato condannato all’ergastolo in primo grado: è stato giudicato colpevole dell’omicidio di Roberta Siragusa, la fidanzata 17enne contro cui ha sfogato una violenza brutale. Ma per la difesa la vittima in realtà si sarebbe data fuoco da sola, al culmine di una lite con il ventenne, che l’avrebbe poi gettata nel fosso, mentre era ancora avvolta dalle fiamme, non per crudeltà, ma per esaudire un suo desiderio. La ragazza voleva morire in un luogo per lei importante, visto che si appartava lì con il fidanzato. Questa la ricostruzione dell’avvocato Gaetano Giunta nell’arringa difensiva davanti alla corte d’assise d’Appello.
Una tesi che i legali di parte civile di Roberta Siragusa (si sono costituti parte civile i genitori, il fratello, la nonna) hanno definito sconvolgente, aggiungendo che offende anche la memoria della vittima. Ma è anche una tesi che contrasta con la mole di indizi raccolti dai carabinieri. Come evidenziato dal Corriere della Sera, ci sono 33 episodi violenti commessi da Pietro Morreale contro la fidanzata durante la loro relazione, il video di una telecamera di sicurezza che riprese il cadavere bruciare e l’auto del ragazzo a poca distanza, ma pure le chiavi e il sangue della vittima vicino al campo sportivo, dove il corpo fu dato alle fiamme, fin alle macchie di sangue nella macchina del ventenne.
OMICIDIO ROBERTA SIRAGUSA, “UN TERRIBILE INCIDENTE”
L’agonia di Roberta Siragusa fu ripresa, infatti, dalla videocamera trovata dai carabinieri ed è andata in onda a porte chiuse, nell’aula del tribunale di Termini Imerese, durante l’incidente probatorio. Le immagini mostrano la ragazza, uccisa nelle campagne di Caccamo la notte del 23 gennaio di tre anni fa, mentre viene divorata dalle fiamme per cinque minuti. Pietro Morreale avrebbe assistito alla scena in auto, poi avrebbe caricato il cadavere per lanciarlo nella scarpata.
Invece la difesa perla di «un terribile incidente, perché la ragazza «per cercare di spaventare l’ex fidanzato, che aveva scoperto che scambiava messaggi con un altro ragazzo e voleva lasciarla, per farlo tornare sui suoi passi, si sarebbe cosparsa di benzina e per un tragico incidente avrebbe provocato il rogo che l’ha uccisa». Sempre secondo la tesi dell’avvocato Gaetano Giunta, il corpo di Roberta Siragusa sarebbe stato poi gettato nel dirupo «per esaudire il desiderio che aveva espresso la ragazza in quanto quel luogo aveva un valore speciale per la loro relazione. Qui i due giovani avrebbero trascorso momenti di intimità». Pertanto, parla di «gesto istintivo».