Roberto Alessi, direttore di “Novella 2000” e direttore editoriale del settimanale “Visto”, è intervenuto su Rai Uno ai microfoni di “Storie Italiane” nella mattinata di oggi, giovedì 10 novembre 2022. Nel corso della trasmissione di Eleonora Daniele, l’opinionista ha commentato il caso relativo al body shaming nella ginnastica ritmica italiana“Le società investono su queste ragazze e a volte il corpo tradisce queste aspettative, perché c’è un normale sviluppo, come quello che avviene tra le modelle e le ballerine di danza classica. Qui ci sono gli allenatori e le allenatrici che in qualche modo cercano di contrastare questo sviluppo normale, utilizzando diete, anabolizzanti, anoressanti per controllare la fame. Nel mondo della moda ho testimonianze di ragazze che vengono portate a questo. Nell’inchiesta della ritmica si parla di erbe consigliate per non trattenere troppo ciò che si è ingerito”.



La disamina di Roberto Alessi è proseguita così: “Un conto è lo sport, un conto è l’agonismo. Ci sono dei livelli in cui il corpo non è primario. Poi, però, queste ragazze sono vittime delle ambizioni di allenatrici e allenatori, che puntano su di loro per farne delle campionesse. Non tutte arrivano a quei livelli, ma non per questo devono smettere di praticare sport o ricorrere ad artifici spaventosi, come mangiare solo 3 fette di bresaola. Ma le allenatrici chi le controlla? Queste signore erano sicuramente attorniate da persone che mettevano al primo posto risultati e medaglie”.



ROBERTO ALESSI: “VIOLENZE SULLE DONNE? SIAMO ANCORA AL MODO DI PENSARE DEGLI ANNI ’90”

Nel prosieguo di “Storie Italiane”, Roberto Alessi ha anche parlato di violenza sulle donne: “Negli anni Novanta le vittime già denunciavano e in molti sono stati condannati, però è vero che ancora oggi ci sono donne che subiscono violenza e non denunciano. Proprio negli anni Novanta, peraltro, ci fu un processo dove addirittura fu detto a una ragazza che non si trattava di stupro perché aveva i jeans. Mi duole dirlo, ma non siamo ancora così lontani da quel modo di pensare. Ancora oggi viene chiesto alle vittime perché, chi frequentavi, come eri vestita”.



Infine, una breve battuta sul caso di Marzia Capezzuti, scomparsa a Pontecagnano: “Si dice che in paese sia mancata la solidarietà, che è alla base del nostro vivere e convivere civile, ma va detto che la comunità locale ha avuto paura. Ricordo che Alessandro è morto in circostanze misteriose a Napoli e attualmente c’è un membro della famiglia in carcere per rapina”.