Roberto Alessi, direttore del settimanale “Novella 2000” e direttore editoriale di “Visto”, è intervenuto nella mattinata odierna in qualità di ospite a “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele. L’intervento del giornalista è stato imperniato sulla morte di Paolo Calissano: “A volte è difficile aiutare persone che non sono in grado di ricevere aiuto – ha dichiarato –. Lui ha avuto tutto nella vita, ha avuto una famiglia ottima. Il padre aveva un’industria avviata da 3 generazioni, la mamma era una contessa. Paolo era cresciuto a Portofino, dove la sua famiglia aveva una casa. Era bello, colto, parlava tre lingue, si era laureato a Boston, dove aveva anche studiato recitazione. In queste scuole bisognerebbe però insegnare che la certezza non esiste in questo lavoro…”.
Poi, un flash sulla vicenda giudiziaria che vide coinvolto Calissano: “Nel 2005 frequentava una ballerina brasiliana che, purtroppo, morì per un’overdose da cocaina. In casa dell’attore c’era un quantitativo di droga superiore all’uso individuale e quindi Paolo fu accusato di cessione di droga a questa ragazza. Fu condannato a 4 anni, poi ridotti a 2 per l’indulto, con lui che chiese di stare in una comunità di recupero, che frequentò”.
ROBERTO ALESSI SU PAOLO CALISSANO: “I GIORNALISTI HANNO AVUTO SEMPRE UN OCCHIO DI RIGUARDO NEI SUOI CONFRONTI”
Nel prosieguo del suo intervento a “Storie Italiane”, Roberto Alessi ha aggiunto che “Paolo Calissano non è stato lasciato solo: negli ultimi anni personalmente gli ho fatto almeno 4-5 servizi con i giornali. La gogna mediatica? Il web è pieno di persone che non sono perbene, ma i giornalisti hanno avuto sempre un occhio di grande riguardo e grande rispetto nei suoi confronti”.
Sui rifiuti ricevuti negli anni da Calissano, Alessi ha sottolineato come debba comunque essere garantita “la libertà di produttori e registi di poter scegliere i lavori in cui credono. Sta alle scuole di recitazione che devono insegnare a saper accettare dei ‘no’. C’erano persone come Valeria Fabrizi che gli facevano incontrare degli agenti, non è vero che è stato lasciato solo”.