Roberto Alessi, direttore del settimanale “Novella 2000” e direttore editoriale di “Visto”, è intervenuto ai microfoni della trasmissione di Rai Uno “Storie Italiane” nel corso della puntata andata in onda oggi, martedì 21 dicembre 2021. In prima battuta, gli è stato domandato di commentare la notizia della richiesta d’archiviazione presentata da un pm della Procura di Benevento in riferimento alla denuncia di stupro di una moglie nei confronti del marito. Il magistrato, nelle sue motivazioni, ha scritto che per un uomo è “normale vincere quel minimo di resistenza che ogni donna, nel corso di una relazione stabile e duratura, tende a esercitare quando un marito tenta un approccio sessuale”.



Questa la riflessione del giornalista: “Trovo allucinante che si possa realmente pensare una cosa del genere. L’amore è incontro, è rispetto, soprattutto. Ci vuole la partecipazione di entrambi i coniugi. Non si può pensare che possa esistere il diritto di un singolo e la moglie sia sottomessa. Già nel Dopoguerra una sentenza di questo tipo non avrebbe avuto ragion d’essere”.



ROBERTO ALESSI SUL CASO DAVID ROSSI E SULLA FAMIGLIA VERSACE

In riferimento al caso David Rossi, poi, Roberto Alessi a “Storie Italiane” ha evidenziato come vi siano diversi elementi che non tornano: “Un verbale dice che la finestra era accostata, se non addirittura chiusa, che è un assurdo totale. Rossi stava vivendo un grande stress ed era impaurito dalle persone che lo stavano circondando. La Procura di Genova ha aperto un’indagine senza ipotesi di reato, acquisendo 61 foto e 2 video inediti, non presenti nel fascicolo dei precedenti inquirenti. Questa è una cosa particolare. Pare inoltre che in uno di questi filmati, mezz’ora dopo l’impatto del copro di David sul terreno, il suo orologio sia stato lanciato sul selciato e si sia fermato esattamente 30 minuti dopo la caduta dell’uomo”.



Infine, approfittando della presenza in studio di Santo Versace, fratello di Gianni, Alessi ha rammentato che “quella della famiglia Versace è una grandissima storia, ma la grandezza di Gianni è dovuta proprio all’intuito e alla direzione di Santo. Sono felice che lui oggi abbia riversato questo suo talento incredibile nella fondazione che porta il suo nome. Siamo amici dagli anni Settanta e io collaborerò con lui, sarò assolutamente al suo fianco”.