Roberto Alessi, direttore di “Novella 2000” e direttore editoriale del settimanale “Visto”, è intervenuto in qualità di ospite ai microfoni di “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele e andata in onda nella mattinata di oggi, martedì 15 marzo 2022. Il giornalista, come di consueto, ha espresso il proprio punto di vista sui casi di cronaca trattati nel corso del programma.
In particolare, sulla vicenda che ha come sfortunata protagonista una donna residente nel Napoletano e finita da tre anni a questa parte nel mirino di uno stalker che non si ferma davanti a nulla, neppure all’attivazione del Codice Rosso (avvenuta pochi giorni fa, dopo oltre 30 denunce), Alessi ha commentato: “Anna è la dimostrazione che il Codice Rosso non è sufficiente. Quest’ultimo la protegge da un uomo che l’ha vessata per anni con un provvedimento che gli impone solo di stare a 300 metri di distanza da lei. Se lui si avvicinasse, Anna dovrebbe misurare, fotografare e dimostrare quel centimetro della sarta violato! Ci va il braccialetto elettronico: negli USA lo utilizzano e scatta l’allarme se il persecutore si avvicina alle vittime. Così si dovrebbe proteggere una vittima come Anna, che per anni non è stata creduta. E, se chi è vicino ad Anna dovrebbe proteggerla, va detto che anche la famiglia di quest’uomo, di cui non sappiamo il nome, deve essere tutelata”.
ROBERTO ALESSI SULLA MORTE DI LUCIA RASO: “SONO PERPLESSO…”
Nel prosieguo di “Storie Italiane”, a Roberto Alessi è stato richiesto di intervenire anche sulla questione legata alla morte di Lucia Raso, 36enne di Verona caduta da una finestra in Germania, dove si era recata a trovare il suo fidanzato, Christian Treo, ora indagato per omicidio volontario.
Dopo avere ascoltato le parole del legale difensore della famiglia Raso, l’opinionista ha asserito: “Sono perplesso anche io, perché il ragazzo dice di avere visto Lucia a cavalcioni sul davanzale. Leggendo gli articoli di giornale, lui parla però di un incidente terrificante, dunque questo dettaglio non ha logica. La famiglia di Lucia, inoltre, è stata avvisata 20 ore dopo l’accaduto dalla polizia e il ragazzo si è giustificato dicendo che il cellulare gli era stato sequestrato dagli inquirenti e non ricordava a memoria il numero di casa Raso. Tuttavia, si ricordava quello dei suoi… Almeno poteva fare il 112 e immediatamente la polizia di Verona avrebbe avvertito la famiglia Raso”.