Cala il sipario sull’inchiesta per la morte di Teodosio Losito che ha ipotizzato il reato di istigazione al suicidio e ha indagato Alberto Tarallo. Anche la famiglia è d’accordo sull’archiviazione, quindi il produttore cinematografico aspetta la decisione del gip. Le cause del gesto disperato dello sceneggiatore sono, dunque, verosimilmente attribuibili per la procura di Roma al precario stato d’animo che Losito viveva in quegli anni a causa dei problemi societari dell’Ares Film. «Nell’orrore di questa vicenda, mi vien da dire tutto è bene ciò che finisce bene, ma quanto male può aver fatto prima di avviarsi verso la conclusione una storia brutta quanto dolorosa?», la riflessione di Roberto Alessi sulle colonne di Novella 2000 in merito all’Ares Gate.



Un interrogativo doveroso quello del direttore del settimanale, nonché direttore editoriale di Visto. Conosce bene Alberto Tarallo, sin da quando lavorava con Donatella Rettore che all’epoca era ancora una ragazza, e si è occupato dell’intricata vicenda sin da quando Adua Del Vesco, che ora si fa chiamare col suo vero nome, Rosalinda Cannavò, parlò della morte di Teodosio Losito con Massimiliano Morra all’interno della Casa del Grande Fratello Vip. «Partì sui media la storia della “setta” con il più terribile dei dubbi: ci fu chi adombrò che Losito fosse stato portato al suicidio proprio dalla situazione descritta da Del Vesco e Morra. E partì la gogna», ricorda Roberto Alessi.



ROBERTO ALESSI “TARALLO? GLI SONO RIMASTO AMICO”

Nell’Ares Gate scesero in campo Manuela Arcuri e Ursula Andress a difesa di Alberto Tarallo. Roberto Alessi non esclude che il fratello di Teodosio Losito, spinto da quelle voci, si sia rivolto ai magistrati chiedendo di fare chiarezza sulle circostanze relative alla morte dello sceneggiatore. Ma ora Pino Losito si ferma: non intende neppure presentare ricorso anche in sede civile contro l’attribuzione della polizza da 300mila euro al produttore. Infatti, ha dato mandato all’avvocato Stefano De Cesare di fermarsi. Ma per Alberto Tarallo «sono stati mesi terribili», ricorda Roberto Alessi su Novella 2000.



«Non solo aveva perso l’uomo della sua vita con cui aveva diviso circa vent’anni d’amore e di lavoro, ma si ritrovava con ipotesi infamanti, al centro dei sospetti». Il direttore rivendica «la forza di restargli amico», come hanno fatto Manuela Arcuri e Ursula Andress. «Anzi, ci siamo perfino ritrovati (ma non visti). Giusto qualche telefonata. Ma quanti altri hanno girato la testa quando passava?». Roberto Alessi conclude poi il suo editoriale rivolgendosi a Rosalinda Cannavò e Massimiliano Morra dalle cui confidenze al Gf Vip è partito l’Ares Gate. Non sa se abbiano chiesto scusa a colui che li ha scoperti e portati al successo, «forse, ma è solo un’opinione personale, è il caso di farlo, anche se non so fino a che punto, dopo tutto quel dolore, quelle scuse saranno accettate».