Questa sera Renato Zero tornerà in televisione per un’attesa ospitata in quel di “C’è posta per te” e inevitabilmente, come accade spesso in questi casi, i riflettori si accenderanno anche sulla cerchia affettiva del quasi 71enne cantautore romano. Infatti la partecipazione del produttore discografico al programma di Maria De Filippi potrebbe diventare l’occasione, come accaduto in passato, per parlare di Roberto Anselmi, il 47enne che qualche anno fa Zero ha deciso di adottare legalmente dandogli dunque anche il suo cognome, Fiacchini. Ma chi è Roberto e come mai è così importante nella vita del grande Renato?
Nato a Roma come il padre adottivo il 5 luglio 1973, Roberto ha sempre vissuto nell’ombra fino a quando, nel lontano 1993, divenne uno dei bodyguard proprio del grande Renato: della sua vita precedente si sa che ha perso io genitori biologici quando ancora era un bambino, trascorrendo dunque parte della sua infanzia in un orfanotrofio. Successivamente ecco, pare in un cinema, l’incontro col cantautore che è stato di fatto un ‘turning point’: commosso dalla sua vicenda, Zero si è interessato a lui aiutandolo e decidendo poi di trasformare quella che era la loro bellissima amicizia in un legame affettivo legalmente riconosciuto tanto che negli ultimi anni è diventato pure nonno di due bambine.
ROBERTO ANSELMI FIACCHINI, FIGLIO ADOTTIVO DI RENATO ZERO: CHI E’?
Ma cosa sappiamo della vita privata di Roberto Anselmi Fiacchini, il figlio adottivo di Renato Zero? Qualche anno dopo aver acquisto il suo cognome, ha partecipato all’edizione 2010 de “L’Isola dei Famosi” in qualità di ‘figlio d’arte’, mentre è legato a un poco edificante episodio di cronaca (che, va detto, si è concluso tuttavia con la caduta di ogni accusa nei suoi confronti) il suo privato. Emanuela Vernaglia, la donna che aveva sposato nel 2004 e che l’ha reso padre di Ada e Virginia, prima aveva deciso di separarsi da lui nel 2010 e poi, in seguito alla loro riappacificazione, aveva denunciato Roberto per dei presunti episodi di violenza verbale e psicologica. In seguito aveva poi ritirato la denuncia mentre il procedimento penale è andato avanti fino al 2019 quando le accuse sono cadute perché “il fatto non sussiste”.
“Sono sempre stato portato a prediligere le persone sfortunate: Roberto aveva perso i genitori e ho sentito che era giusto potergli dare un supporto morale” ha detto Renato Zero parlando del suo rapporto con Anselmi e anche con le sue nipotine che adora. “Non volevo restare solo: ho sempre desiderato qualcosa di mio, anche se non si sarebbe potuto trattare della trasmissione di DNA” ha aggiunto nel corso di alcune interviste, specificando comunque di non aver mai voluto condizionale le scelte di vita di Roberto: “Però mi piace moltissimo farmi chiamare nonno” ha aggiunto rivelando come ci tenga molto a questa sorta di ‘secondo’ ruolo genitoriale.