IL DIVIN CODINO: IL LEGAME DI BAGGIO CON MAZZONE
Dopo due stagioni deludenti all’Inter, nel 2000 Roberto Baggio si trova senza squadra. Comincia così ad allenarsi da solo, attirando l’interesse della Reggina. Proprio in quel momento, però, si inserisce il Brescia. Il presidente Luigi Corioni propone il suo acquisto e Mazzone lo mette al centro della squadra, valorizzandolo. Lo stesso Divin Codino, più avanti, racconterà: “Sono legato a Mazzone perché è stata una persona importante che mi ha recuperato in un momento nel quale non trovavo squadra e si è formato un legame sincero e spontaneo. È stato come un secondo padre. La gente che viene allo stadio è la parte più sincera del calcio e per questo ho sempre avuto un grande rispetto“.
IL DIVIN CODINO: ROBERTO BAGGIO, CARLO MAZZONE E IL MIRACOLO CON IL BRESCIA
Quella tra Roberto Baggio e Carlo Mazzone è una storia che, raccontata nel film Il Divin Codino in onda su Canale 5, riconcilia in qualche modo con il mondo del calcio e non solo: è la storia di un profondo rapporto professionale basato su stima, affetto e riconoscimento l’uno dell’altro. Un rapporto che inizia nel 2000: Baggio è reduce da due stagioni con l’Inter che non sono andate come previsto, Mazzone ha portato il Perugia al decimo posto in Serie A e ha firmato per il Brescia. La storia, raccontata da più parti e che ormai ben conosciamo, vuole che il tecnico romano abbia saputo dai giornali che il Divin Codino stesse per accordarsi con la Reggina.
Aquel punto sarebbe personalmente intervenuto presso il suo presidente Luigi Corioni, proponendogli l’acquisto di Baggio. Il campione, che in estate si allenava da solo meditando il ritiro – a causa delle ginocchia malandate, come ben sappiamo – accetta, e nel contratto inserisce una clausola: qualora Mazzone dovesse essere esonerato, lui potrebbe rescindere e lasciare il Brescia. La squadra è forte: ci sono il portiere ceco Pavel Srnicek, il bomber Dario Hubner, il centrocampista Andrés Yllana e poi ancora Alessandro Calori, Pierpaolo Bisoli, Igli Tare e un giovanissimo Andrea Pirlo, cui Mazzone cambierà ruolo e che sarà poi raggiunto da Luca Toni.
LE CIFRE DI ROBERTO BAGGIO CON IL BRESCIA DI MAZZONE: ECCO QUANTO HA SEGNATO
Baggio e Mazzone stanno insieme a Brescia per tre stagioni: durante il triennio 2000-2003 le rondinelle timbrano un ottavo e un nono posto, arrivano all’Intertoto (l’antenata dei turni preliminari di Europa League) e sfiorano l’ingresso in Coppa Uefa perdendo la finale contro il Psg. È un Brescia meraviglioso, nel quale ad un certo punto gioca anche un Pep Guardiola a fine carriera: nella storia del rapporto tra il Divin Codino e Mazzone si potrebbe anche inserire il catalano, che nel giorno della finale di Champions League tra il suo Barcellona e il Manchester United inviterà il suo vecchio allenatore allo stadio Olimpico, e che davanti a Leo Messi parlerà di Baggio come del miglior calciatore con cui abbia giocato.
Ad ogni buon conto, le tre stagioni del Divin Codino con Mazzone sono poesia: Baggio segna 34 gol in 75 partite arrivando sempre in doppia cifra in Serie A, regala perle come la rimonta sull’Atalanta (quella della celeberrima corsa di Mazzone sotto la curva della Dea) o lo stop a seguire con aggiramento di Van der Sar e gol che costerà alla Juventus uno scudetto. Nel 2004, a San Siro, Baggio viene sostituito e dà l’addio al calcio contro il Milan: sulla panchina del Brescia siede però Gianni De Biasi. Mazzone è tornato a Bologna: il Divin Codino ha “infranto” la sua promessa ed è rimasto a giocare con le rondinelle per un’altra stagione.
LA STIMA DI CARLO MAZZONE PER ROBERTO BAGGIO
In seguito, Carlo Mazzone ha sempre riconosciuto innanzitutto il valore umano di Roberto Baggio, prima ancora che lo straordinario talento da calciatore. Spesso ha raccontato un aneddoto secondo cui ci fosse un tacito accordo tra i due, quando si andava in trasferta e il Divin Codino era assediato dai tifosi sarebbe bastato che facesse un gesto e Mazzone sarebbe intervenuto a “salvarlo” dalla folla. Ma Baggio quel gesto non lo faceva mai, sostenendo di non poter venire meno all’affetto dei fan che avevano fatto sacrifici per vederlo e incontrarlo; una breve storia che ci dice di quanta fosse la stima tra i due.
Alla conferenza stampa del film Il Divin Codino Roberto Baggio para così della figura di Carlo Mazzone: “Sono legato a Mazzone perché è stata una persona importante che mi ha recuperato in un momento nel quale non trovavo squadra e si è formato un legame sincero e spontaneo. È stato come un secondo padre. La gente che viene allo stadio è la parte più sincera del calcio e per questo ho sempre avuto un grande rispetto“.
Ancora, dal lato tecnico, un giorno in una partita che il Brescia stava vincendo Mazzone chiamò Baggio ad entrare in campo nei minuti finali; il Divin Codino provò a suggerire che fosse impiegato un difensore per confermare il risultato, e l’allenatore rispose che sarebbe bastato che Roby si facesse dare la palla per non farla vedere agli avversari (e avvenne esattamente quello). Certo, forse oggi possiamo dire che il rapporto tra Baggio e Mazzone, passati quasi 20 anni, sia entrato nell’aura del “mito” anche più di quanto sia effettivamente stato; certamente però, davvero, i due si sono stimati profondamente, e con personaggi del genere non poteva che essere così.