ROBERTO BAGGIO PRESENTA LA “SUA” SERIE TV

Il Divin Codino è la serie tv che racconta Roberto Baggio: dopo quella su Francesco Totti, eccone un’altra (targata Netflix/Mediaset) sulle vicende di un altro numero 10 che ha fatto innamorare l’Italia, il classico campione che tutti hanno amato. Roberto Baggio è stato il Divin Codino, soprannome che lo ha accompagnato per larga parte della carriera: lui stesso, intervistato in occasione del lancio della serie, ha spiegato l’origine della capigliatura raccontando che, nel corso di un soggiorno presso un hotel in America, fece i complimenti a una cameriera per le sue treccine e lei, di rimando, gli chiese perché non se le facesse anche lui. “Le ho fatte di corsa con un semplice elastico, ma mi erano piaciute e così le ho tenute per un po’”.



Nella serie si toccano soprattutto gli aspetti privati di Baggio: se per Totti era la “paura” di dover smettere di giocare a calcio, per il Divin Codino è qualcosa di simile ma con i tanti infortuni come tema centrale, insieme ovviamente al Mondiale negli Usa. “Ho dovuto e devo combattere ogni volta che sono arrivato e arrivo vicino a qualcosa che desidero” ha raccontato, spiegando come la scoperta del buddismo lo abbia aiutato in questo. Inevitabile che nella fiction compaia il celebre momento, che Baggio ha più volte ricordato, in cui disse alla madre “se mi vuoi bene uccidimi”, nel corso della riabilitazione dal grave infortunio quando era già stato venduto alla Fiorentina.



BAGGIO, I MONDIALI E SACCHI

Naturalmente la serie tv racconta molto il Roberto Baggio del Mondiale statunitense: l’estate 1994 è quella che ha consacrato il Divin Codino come campione del popolo oltre tifo e colori. Fu lui a trascinarci in finale, peccato però che a Pasadana fu anche lui a sbagliare l’ultimo rigore contro il Brasile: nessuno (o comunque pochissimi) gliene hanno fatto una reale colpa, in tanti gli hanno ricordato che prima di lui sbagliarono Franco Baresi e Daniele Massaro ma lui ancora oggi non si dà pace, parla di quel rigore come di un fatto che non archivierà mai e si porterà sempre dietro. “Io ho dato il colpo finale e l’ho vissuta malissimo”, e forse è anche per questo che oggi dice che, potesse, tornerebbe subito a giocare a calcio ma le ginocchia gli dicono altro. Poi, continuando nel parallelo con la serie tv su Totti, anche qui c’è il “cattivo”: Arrigo Sacchi, che non lo convocò per gli Europei del 1996. Anche qui, Baggio ha già detto la sua, e più di una volta: ovvero, come l’ex allenatore del Milan volesse dimostrare che schemi e tattiche contassero più dei singoli e dei nomi. “Non è arrivato nemmeno ai quarti” sottolinea ogni volta il Divin Codino. A convincerlo a diventare protagonista di una serie tv è stato il manager Vittorio Petrone, perché Baggio aveva dei dubbi sul fatto che la sua vita potesse interessare a qualcuno; sul set, lui in prima persona ha portato un oggetto tra i più importanti della sua carriera, il Pallone d’Oro vinto nel 193 quando vestiva la maglia della Juventus. Tuttavia, del periodo bianconero (come di quelli a Bologna e sulle due sponde del Naviglio) non c’è traccia.

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