DIVIN CODINO, ROBERTO BAGGIO: CARRIERA, RIGORE E LA FEDE BUDDISTA

Roberto Baggio è uno dei volti iconici del calcio italiano. Spesso messo in discussione, con un rapporto difficile con i vari Ct della Nazionale, è stato protagonista del Mondiale del 1994, con il celebre rigore sbagliato in finale, contro il Brasile, con il pallone finito alto sopra la traversa. Un errore che è passato alla storia, segnando la carriera e la vita di Roby Baggio, che anni più avanti dirà: «I rigori li sbagliano soltanto quelli che hanno il coraggio di tirarli». Non solo calcio, nella vita del Divin Codino. L’ex calciatore ha un rapporto particolare anche con la fede. Prima cattolico, si è poi avvicinato al Buddhismo, aderendo alla Soka Gakkai, aprendo anche un centro in un locale di sua proprietà. Nell’ottobre 2014 ha inaugurato a Corsico il più grande centro culturale buddista d’Europa. (agg. JC)



IL DIVIN CODINO, CHI È ROBERTO BAGGIO, LA CARRIERA

Della carriera di Roberto Baggio, idealmente ripercorsa attraverso il film Il Divin Codino in onda su Canale 5, si potrebbe parlare a lungo e non riuscire mai ad esaurire gli argomenti. Se vogliamo ci sono le cifre: 207 gol in Serie A con 6 squadre diverse, 27 gol in nazionale, il Pallone d’Oro vinto nel 1993, il Fifa World Player e altri riconoscimenti individuali – per esempio, è stato capocannoniere di Coppa delle Coppe. Ci sono i trofei di club, a dire il vero non moltissimi: due scudetti, una Coppa Italia e una Coppa Uefa, decisamente troppo poco per uno come lui. Di Roberto Baggio si potrebbe dire che ha giocato nelle tre big del calcio italiano, per definizione (Juventus, Milan, Inter) ma si è saputo reinventare idolo in provincia (Bologna, soprattutto Brescia).



IL TERRIBILE INFORTUNIO DI ROBERTO BAGGIO, E QUEL RIGORE SBAGLIATO AI MONDIALI USA ’94

Potremmo analizzare la sua carriera soffermandoci su quelle ginocchia troppo fragili, sul terribile infortunio ai tempi di Vicenza, sul modo in cui sia sempre riuscito a rialzarsi vincendo ogni sfida personale. Roberto Baggio rappresenta una mosca bianca, soprattutto nel calcio come lo intendiamo oggi: è stato un campione in grado di superare le divisioni del tifo, andare oltre i colori, unire davvero la gente in una passione unica. Anche il rigore sbagliato a Pasadena, quel maledetto rigore che si porterà dietro per sempre, lo ha avvicinato ancor più all’immaginario collettivo: un fenomeno che può sbagliare, ma con l’errore che lo rende ancora più grande. Roberto Baggio è stato tutto questo.



ROBERTO BAGGIO, LA CARRIERA: ASCESA, CADUTA, RINASCITA

Dopo gli anni in Serie C1 a Vicenza, Roberto Baggio si è affermato alla Fiorentina: forse non sarebbe diventato il Divin Codino se i viola non lo avessero aspettato, nonostante il grave infortunio. Invece è andata così: il suo trasferimento alla Juventus ha provocato rivolte di piazza, lui a Torino non voleva andare, al primo ritorno al Franchi da avversario rifiutò di calciare un rigore (e i bianconeri persero), uscendo dal campo raccolse e mise al collo una sciarpa della Fiorentina. Poi, con la Juventus è diventato grande: 115 gol in 200 partite, il Pallone d’Oro già nominato, le vittorie a spezzare un periodo buio. Quando Marcello Lippi decise di puntare su un giovane Alex Del Piero, per Baggio non c’era più posto: lì sono cominciati anche i problemi. Nel Milan di Fabio Capello, inscatolato in un 4-4-2 classico, si è iniziato a capire che il suo estro potesse cozzare con i principi del calcio di un tempo.

Per questo motivo Carlo Ancelotti non lo volle a Parma. Roberto Baggio si reinventò a Bologna giocando una stagione da fenomeno, riguadagnò una big (l’Inter) ma al suo secondo anno ci ritrovò Lippi, e si arrivò all’aut aut già prima dello spareggio per andare in Champions League. Massimo Moratti scelse il viareggino (ironicamente esonerato dopo la prima giornata del campionato seguente), Baggio andò a Brescia e in Carlo Mazzone trovò l’ultimo maestro della sua grande carriera. In nazionale ha segnato gol fantastici – su tutti quello contro la Cecoslovacchia – ma l’azzurro gli ha anche tolto tanto: Sacchi non lo volle agli Europei del 1996, Trapattoni lo escluse dal Mondiale 2002 con grande dispiacere del Divin Codino. Roberto Baggio però ha sempre unito, quasi mai diviso: è forse questa la rete migliore che abbia mai segnato.