Va controcorrente il fisico e professore Roberto Battiston: attraverso un’intervista concessa al Corriere della Sera ha invitato a vaccinare contro il covid prima i liceali e poi il resto della popolazione. «Ai primi di gennaio – spiega – dovremo arrivare ad avere circa 60 mila infetti attivi, anche in questo caso parliamo di circa un fattore dieci in meno di oggi. Le curve scendono tutte alle stessa maniera, con la stessa velocità con cui sono salite». Ma guai a dire che la pandemia sarà superata: «Basta un dato per capire: il 29 settembre avevamo 50 mila infetti attivi. Poi cosa è successo? L’unica cosa che è successa di diverso è stata la riapertura delle scuole». Secondo il fisico delle particelle non significa che bisognerà continuare a tenere chiuse le scuole, ma prendere coscienza del problema: «Intanto dobbiamo capire che metà del paese è legato in qualche modo alle scuole, e quindi agire soprattutto in quel che succede fuori dalle scuole. E poi bisogna dividere il problema».

ROBERTO BATTISTON: “STUDENTI MEDIE NON INFLUISCONO SULL’RT”

«Il punto problematico sono i liceali, gli studenti delle superiori – ha proseguito Battiston nella sua intervista con il quotidiano di via Solferino – quelli delle medie non influiscono in maniera significativa nella variazione dell’ Rt». Fondamentali saranno quindi sfruttare le 5 settimane che ci separano dal 7 gennaio: «Penso che da qui al 7 gennaio, quando gli studenti delle superiori dovrebbero tornare sui banchi, ci sono cinque settimane molto preziose durante le quali si possono mettere a punto le precauzioni che fino ad ora sono state ignorate. Il problema più importante – ha proseguito il fisico – per gli studenti delle superiori non è tanto quello che avviene all’interno della scuola, ma quello che succede fuori. Prima di tutti i trasporti. È inutile fare il distanziamento nelle aule quando si fanno viaggiare i ragazzi su autobus pieni. Se non stiamo attenti a questo la terza ondata sarà inevitabile. Bisogna stare attenti soprattutto in alcune regioni». Battiston ricorda come da alcuni studi effettuati emerge che i maggiori contagi arrivino dai ragazzi compresi fra i 15 e i 20 anni: «Io – conclude – tra vaccinare prima tre milioni di liceali o 26 milioni di over 50 vaccinerei prima i liceali così da eliminare la sorgente dei contagi».