Il monologo di Roberto Benigni conquista l’Ariston: è dedicato al Cantico dei Cantici, un testo contenuto nella Bibbia ebraica e cristiana. L’attore toscano ha letto al Festival di Sanremo 2020 alcuni estratti in una versione anteriore a tutte le revisioni, il testo primitivo, prima che i riferimenti al sesso e all’amore venissero edulcorati. «Chiunque abbia scritto questo cantico, è giusto dire che ogni parola è un diamante, una gemma lucentissima. Nella serata delle cover, vi canto anche io la mia canzone». Questo intervento di Roberto Benigni ha bruscamente interrotto la grammatica sanremese: sul palco dell’Ariston ha portato infatti un testo imprevedibile. «È una canzone d’amore, amore fisico, due giovani che cantano il loro amore. Non l’ha mai fatta nessuno, come se avessimo a disposizione Yesterday dei Beatles senza mai averla fatta». Ma è una scelta che ha comunque senso: è una lettura aulica in un luogo popolare. Un contrasto di spessore quello voluto dall’artista toscano. (agg. di Silvana Palazzo)



ROBERTO BENIGNI, INGRESSO CON LA BANDA

Ingresso trionfale per Roberto Benigni, che attraversa il red carpet e arriva accompagnato da una banda sul palco dell’Ariston a nove anni dalla sua ultima apparizione alla kermesse. «Sono affezionato a questo palco. Ora che ha raggiunto Quota 100 può anche andare in pensione», ha scherzato l’attore e regista. Non mancano battute politiche: «Si può votare anche via citofono», ha detto in riferimento a Matteo Salvini. E a proposito del leader della Lega, ha fatto una battuta sullo share: «Ti hanno dato pieni poteri». Poi si fa più serio e parla del “Cantico dei cantici”, «la prima canzone scritta nella storia dell’umanità», il testo contenuto nella Bibbia. Roberto Benigni quindi aggiunge: «L’amore fisico veniva considerato il più sacro dei peccati, ma la Sacra Scrittura ama l’amore carnale. La violenza meravigliosamente scompare, ma l’amore e l’erotismo fanno più paura». (agg. di Silvana Palazzo)



ROBERTO BENIGNI AL FESTIVAL DI SANREMO 2020

Roberto Benigni a Sanremo 2020: l’ufficialità è giunta nelle scorse settimane e, questa sera, la notizia si concretizzerà con la presenza sul palco dell’attore toscano. Del resto, non è un mistero che Benigni sia molto legato al Festival della canzone italiana, come testimoniano alcune sue dichiarazioni recentemente rilasciate a “Che tempo che fa”, programma in onda su Rai Due e condotto da Fabio Fazio: “Eccome se ci vado. Sono io che preparo il Festival! Io sono la cosa sicura, Amadeus non so se verrà! Quando mi dicono Sanremo per me è come dire Pinocchio, è una favola… È il 70esimo anniversario, è la festa degli italiani più bella, è veramente una favola! Sarà un Sanremo straordinario”. Al momento non è stato rivelato l’argomento che Roberto Benigni tratterà sul palco del teatro “Ariston”: dovrebbe tuttavia trattarsi di un monologo della durata di 15/30 minuti, dunque di gran lunga inferiore rispetto a quello da 50 minuti che tenne in occasione dell’edizione 2011 della kermesse canora più amata e sentita del Belpaese, narrando la storia dell’Unità d’Italia. Senza scordare la sua conduzione nel 1980 con Claudio Cecchetto e Olimpia Carlisi e le sue apparizioni matuziane datate 2002 e 2009.



ROBERTO BENIGNI, PRESTIGIOSO PREMIO ALLA CARRIERA

Roberto Benigni è tra i grandi protagonisti di Sanremo 2020, dunque, a conferma di un periodo davvero magnifico per lui; recentemente, infatti, l’interprete ha ricevuto a Parigi il “Premio alla Carriera” dei Prix Lumières, prestigioso riconoscimento assegnato dall’Académie des Lumières, la cui giuria annovera critici internazionali. In occasione della cerimonia di consegna, Roberto Benigni ha asserito: “Grazie, ecco il mio cuore, ve lo regalo, potete farne ciò che volete. È magnifico ricevere questo premio nel paese che è il tempio del cinema e che crea nella gioia la cultura”. Il 67enne di Castiglion Fiorentino, peraltro, non è soltanto dotato di un’incontrovertibile intelligenza, ma ha anche regalato, attraverso i suoi personaggi cinematografici, aforismi divenuti celebri e rimasti impressi nella storia del nostro Paese. Un esempio? “Siate felici! E se qualche volta la felicità si scorda di voi, voi non vi scordate della felicità”. Oppure: “O sei innamorato, o non lo sei. È come la morte… o sei morto, o non lo sei: non è che uno è troppo morto! Non c’è troppo amore, l’amore è lì, non si può andare oltre un certo limite e quando ci arrivi, a questo limite, è per l’eternità”. E ancora: “Per essere felici deve bastare poco. Non deve essere cara la felicità! Se è cara non è di buona qualità” e “L’unica maniera per realizzare i propri sogni è svegliarsi”. E Roberto Benigni ha sempre tenuto gli occhi spalancati.