E’ la serata de Il Sogno di Roberto Benigni, su Rai Uno l’attore celebra l’Unione Europea nella sua interezza; celebra gli albori, gli intenti, i protagonisti. Nel ricostruire il tutto parla di uno splendido romanzo, di una fiaba tra le più belle. Parole colme di elogi per coloro che considera autori in quanto fautori dell’idea di base che può essere considerata la radice primordiale di quella che oggi, appunto, riconosciamo come Unione Europea.
“Un racconto bellissimo, una fiaba, oggi vi racconto questo miracolo; gli uomini e le donne che hanno fatto questo miracolo che è il romanzo della nostra vita, tra passato e futuro, un romanzo che in pochi hanno letto”. L’attore, a tal proposito, considera come motore il Manifesto Ventotene; un testo arrivato fino a noi e che dall’isola dei Mediterraneo determina quella che poi è stata la nascita dell’organismo sovranazionale.
Manifesto Ventotene, dalla ‘fiaba’ di Roberto Benigni alle perplessità di Giorgia Meloni
Il Manifesto Ventotene è discusso proprio in queste ore e, dopo il racconto di Roberto Benigni, in molti avranno ragionato su quanto proprio qualche ora fa ha affermato Giorgia Meloni riferendosi a quanto scritto nel documento. L’attore, durante la diretta de Il Sogno, ha detto: “E’ la pagina più commovente di questa storia che porta alla nascita dell’Unione Europea, inizia a Ventotene nel 1941… Da qui qualcuno ha l’idea di cambiare, di voltare pagina”, e ancora: “Un documento, un sogno straordinario arrivato fino a noi”.
Diversa invece la visione di Giorgia Meloni rispetto a quella di Roberto Benigni che, durante la seduta odierna alla Camera, ha trattato proprio il Manifesto Ventotene dando una sua visione che per diversi punti sembra opposta a quella decantata oggi da Roberto Benigni ne Il Sogno.
“Io spero che chi richiama al Manifesto di Ventotene lo abbia letto perchè l’alternativa sarebbe spaventosa”, la Premier ha poi aggiunto: “Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non la mia”. Salta all’occhio dunque una netta differenza tra la visione ‘fiabesca’ di Roberto Benigni e una visione più analitica di Giorgia Meloni che, nel testo, non rivede motivi di particolare elogio.