I Dpcm di Giuseppe Conte ai tempi dell’emergenza coronavirus sono come i Dieci Comandamenti. A fare il parallelismo, ovviamente in chiave ironica, è Roberto Benigni. Intervenuto al Tg1 per presentare proprio la replica dell’appuntamento speciale, ha spiegato che «lo spettacolo di stasera è il più adatto» per la Fase 2, perché parla della nascita della Legge. «Quando Mosè scese dal Sinai con le Tavole della Legge, quello è stato il primo dpcm della storia dell’umanità». Il primo comandamento recita: “Io sono il signore Dio tuo”. «Quella è la prima autocertificazione», ha scherzato l’attore toscano, intervenuto ieri ai David di Donatello. «Se fossero stati fatti adesso, i comandamenti sarebbero non toccare, non baciare, non ti avvicinare, non ti scordare la mascherina, ricordati di starnutire nel gomito». Roberto Benigni ha poi raccontato alla giornalista Laura Chimenti come sta vivendo la Fase 2 dell’emergenza coronavirus: «Come una prova d’amore che ci sta dicendo quanto amiamo noi e quanto amiamo gli altri».
BENIGNI SU DPCM DI GIUSEPPE CONTE “COME I COMANDAMENTI…”
Divertente anche il siparietto tra Roberto Benigni e Laura Chimenti, che l’attore toscano ha definito il suo «affetto stabile», riferendosi alla questione del Dpcm 26 aprile di Giuseppe Conte e quindi sul caso congiunti. «Venendo qua, mi ha fermato la polizia e mi ha chiesto: “Dove va?” e io ho risposto: “Vado da Laura Chimenti che è un affetto stabile, stabilissimo, la vedo tutte le sere. Quindi è il mio affetto stabile”». Benigni è tornato a parlare della quarantena, definendola una tortura perché lui è uno che ama il contatto fisico. «Ci abitueremo anche a fare l’amore a tre, quattro metri di distanza, a baciarci da una stanza all’altra». L’emergenza coronavirus comunque ha evidenziato che tutti gli esseri umani hanno tre desideri. In primis, quello di stare insieme agli altri. Poi c’è la sede di conoscenza, perché non sappiamo niente. «Anche gli scienziati a volte dicono: “Non sappiamo”». Il terzo desiderio è ancor più importante: «Questo sentimento di pietà, di compassione immensa per il dolore che sta attraversando tutto il mondo e sentire che siamo un corpo unico, che se qualcuno soffre, soffro anch’io. Chi non lo sente non appartiene all’umanità».