La notte del party in cui si consumò il presunto stupro a carico della 18enne che ha denunciato Alberto Genovese, la polizia bussò ben due volte alla porta dell’imprenditore milanese. Ad allertare gli agenti furono due differenti inquilini del palazzo di piazza Santa Maria Beltrade, esausti dopo i lunghi schiamazzi e la musica a volume molto alto. Tra loro, come riferisce Fatto Quotidiano, anche Roberto Bolle. La prima telefonata arrivò intorno alle 22.40 da parte di una inquilina “disturbata dai continui rumori molesti e della musica a volume alto”. In quel caso, come previsto dalla legge, gli agenti si limitarono a invitare Genovese ad abbassare il voluto e lui, “acconsente e, irritato, rientra all’interno”, scrivono i poliziotti. La seconda telefonata arriva a violenza già iniziata e va avanti da ormai due ore. E’ l’1 e mezza di notte ed è Bolle a chiamare gli agenti segnalando una festa da diverse ore nella casa del vicino tale da provocare “disturbo alla quiete pubblica in quanto vi era musica ad alto volume e diversi schiamazzi provocati da persone ivi presenti”. Gli agenti tornano ma l’accesso all’ultima rampa di scale prima della porta è sbarrato da un cancello che Genovese ha fatto installare. A quel punto gli va incontro un domestico che conferma la fine della festa. Quella non fu neppure la prima ed al momento gli inquirenti sono al lavoro al fine di analizzare i video delle telecamere interne all’appartamento per ricostruire i festini che lo avrebbero visto protagonista. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



ROBERTO BOLLE DENUCIÒ SCHIAMAZZI DALL’ATTICO ALBERTO GENOVESE

Emergono ulteriori dettagli in merito all’indagine che ha portato all’arresto del manager Alberto Genovese. L’agenzia Ansa ha specificato che la stella del teatro Scala di Milano, Roberto Bolle, ha avvisato la polizia per il frastuono che proveniva dall’attico milanese di proprietà appunto dell’imprenditore di cui sopra. Stando a quanto riferito dal Corriere della Sera, la denuncia di Bolle nonché di un altro inquilino, sarebbe avvenuta un mese fa, lo scorso 10 ottobre: i due chiamarono le forze dell’ordine esasperati dalla musica ad alto volume e dai continui schiamazzi provenienti dall’appartamento di Alberto Genovese. Subito dopo la denuncia sarebbero intervenuti i poliziotti che avrebbero poi posto fine ai rumori, prima di andarsene in quanto la festa era di fatto finita. Pochi giorni dopo la denuncia è esplosa la successiva inchiesta che ha portato al carcere il noto fondatore di Facile.it, per i fatti riguardanti tra l’altro proprio la notte della chiamata di Bolle, la presunta violenza sessuale su una 18enne.



ROBERTO BOLLE E LA “DENUNCIA” AD ALBERTO GENOVESE, INTANTO FACILE.IT PRECISA…

E a proposito di Facile.it, proprio lo stesso spazio web che permette di effettuare dei confronti veloci fra l’assicurazione auto, e non solo, ha diramato un comunicato nelle ultime ore per prendere le distanze da Alberto Genovese: “In riferimento alle notizie apparse su alcuni media riteniamo corretto precisare che Alberto Genovese, ex amministratore delegato ha lasciato Facile.it nel 2014 e non ha oggi alcun ruolo operativo nella nostra azienda. Dal gennaio 2014 è amministratore delegato della società Mauro Giacobbe e, sotto la sua guida, l’azienda ha da allora più che triplicato le proprie dimensioni, raggiungendo nel 2019 ricavi pari a 106 milioni di euro e impiegando oggi, fra dipendenti e collaboratori, oltre tremila persone che lavorano ogni giorno in maniera molto seria per offrire ai consumatori italiani il più efficace strumento di comparazione delle tariffe legate alle spese familiari”. Facile.it ha poi aggiunto e concluso: “Ancora una volta in merito a informazioni imprecise pubblicate da alcune testate ricordiamo che la proprietà di Facile.it è detenuta oggi dal fondo di investimento EQT e dal fondo Oakley Capital”.

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