Roberto Bolle, il ballerino italiano più famoso al mondo, etoile del prestigioso teatro alla Scala di Milano, ha rilasciato una bella intervista ai microfoni del quotidiano Repubblica, in cui lo stesso si è soffermato in particolare sul suo corpo. Roberto Bolle, 46enne portati splendidamente, è alto un metro e 82 centimetri e pesa ottanta chili. Una sorta di macchina perfetta, un fisico statuario forgiato dall’arte della danza: “Lo plasma, lo forza a movimenti innaturali, a posizioni disumane. Gli impone sacrificio e dolore. È un’arte che cerca la perfezione che tuttavia non è di questo mondo. La perfezione del gesto, delle proporzioni, delle pose”.
Un corpo, che come ricorda lo stesso ballerino, poteva portarlo “verso lo sport oppure verso il cinema, ma la passione per la danza si è manifestata precocemente”, già verso i tre anni. “Ho sempre avuto un corpo molto reattivo, flessibile, portato per le discipline sportive – ha continuato l’artista – e una consapevolezza innata del fisico che adesso ho imparato a chiamare propriocentrismo. È un dono che va allenato, altrimenti si disperde, ma è un dono”.
ROBERTO BOLLE: “RICERCA PERFEZIONE COME UNA FORMA MENTALE”
Un corpo perfetto, statuario, maestoso quello di Roberto Bolle, ma la star di Casale Monferrato non pensa mai al proprio fisico come ad un oggetto d’attrazione: “Il mio corpo è per me uno strumento d’arte, come lo è il pennello per il pittore o il violino per un musicista. E poi, credo lo abbia detto Mandela, siamo tutti nati per risplendere come fanno i bambini”. Corpo oggetto d’attrazione anche per via della ricerca spasmodica della perfezione, insito in ogni ballerino professionista: “Abbiamo lo specchio come alleato, a volte amato, più spesso odiato quando non ci restituisce l’immagine di noi che avevamo in mente. È un continuo tentativo di afferrare quello che non si può afferrare. La perfezione. Ma questo desiderio è talmente insito in noi che diventa una forma mentale, con risvolti anche etici”. Ma questa ricerca della macchina perfetta non è sinonimo di superbia come magari uno spettatore esterno potrebbe pensare: “Non accontentarsi, imparare a inseguire un ideale di sé migliore, ti mantiene umile”.
ROBERTO BOLLE: “LA MIA DIETA PER STARE IN FORMA”
E la ricerca della perfezione nel corpo, ha un suo prezzo “Mi alleno dalle sei alle sette ore ogni giorno tra lezioni e prove in sala, stretching e a volte anche palestra – racconta Roberto Bolle – non seguo una dieta particolare, ma sono molto attento a quello che mangio. Non è una questione di calorie, chiaramente, perché noi ballerini consumiamo molto, ma di qualità. Ho praticamente eliminato la carne, in particolare quella rossa. Mangio pesce, verdure, frutta e, anche se Pif mi prende pubblicamente in giro per questo, molti semi e frutta secca. Non ho mai fumato e bevo vino solo per brindare. Amo molto il cioccolato fondente che mi accompagna anche in sala ballo. Mi nutro con piccoli snack tra una prova e l’altra e bevo almeno sette litri di acqua al giorno”.
Tante gioie e soddisfazioni per l’etoile della Scala, ma anche Roberto Bolle ha avuto i suoi momenti bui: “Ne ricordo due in particolare: il primo dopo tre anni che stavo a Milano e la nostalgia di casa si faceva sentire in maniera prepotente. Pregai allora mia madre di iscrivermi anche alla prima liceo a Vercelli, così da avere tempo di valutare bene che cosa sentivo di voler fare. Alla fine per fortuna vinse la danza. Il secondo è stato qualche anno fa, dopo un brutto infortunio alla schiena. Il rischio che non riuscissi a riprendermi era molto alto. Ce la misi tutta e rientrai prima di ogni aspettativa. I critici, che non sapevano ciò che mi era accaduto, scrissero che avevo raggiunto un nuovo livello di maturità. Era vero”. Quindi l’ultima domanda del giornalista è se Roberto Bolle si ritenga un uomo fortunato, e lui ha replicato: “Sì, ma credo di avere onorato la fortuna con l’intelligenza”.