Roberto Burioni, virologo il cui volto è divenuto noto agli occhi degli italiani in occasione di questo lungo periodo pandemico, anche grazie alle sue apparizioni televisive negli studi di “Che Tempo Che Fa” (e non solo), è tornato a parlare in queste ore su Twitter, lanciando un tacito appello agli italiani affinché provvedano per tempo a vaccinarsi contro il Coronavirus, prima che possa trascorrere l’estate o che, comunque, la variante indiana possa arrivare a diffondersi in maniera capillare in tutto il nostro Paese.



Come si legge sul social network sopra menzionato, Burioni ha affermato quanto segue: “I funebri amano affermare che i vaccini non proteggono contro la variante Delta. Ora io vi chiedo quante cose nella vita (caschi, cinture di sicurezza, airbag, ABS e via dicendo) proteggono quanto i vaccini contro la variante Delta. Poche, vero?”. Parole accompagnate da una tabella che mette in luce il tasso di efficacia delle vaccinazioni nei confronti dei ricoveri ospedalieri connessi alle varianti alfa e delta del virus SARS-CoV-2.



ROBERTO BURIONI: “IL VIRUS È CAMBIATO IN PEGGIO”

Il virologo Roberto Burioni, peraltro, sempre nelle scorse ore su Twitter ha annunciato un peggioramento della situazione epidemiologica, in quanto “il virus è cambiato (in peggio), ma i vaccini lo possono fermare. Facciamoci trovare pronti in ottobre vaccinando (con due dosi, una non basta) più gente possibile”. Uno dei tanti appelli da ascoltare e non ignorare, dal momento che il siero anti-Covid rappresenta, ora come ora, l’unico strumento a nostra disposizione per arrestare la corsa di questo nemico invisibile che da diciotto mesi a questa parte ha sconvolto le nostre vite.



Nel contempo, il Ministero della Salute ha comunicato che in Italia è prossima a essere avviata una nuova indagine rapida per stimare la diffusione delle principali varianti Covid-19, inclusa la Delta, che, oggettivamente, ad oggi è quella che spaventa di più. Tale indagine, si legge nel documento trasmesso, è coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con le Regioni e le Province Autonome e, in particolare, con i laboratori da queste ultime identificati. Essa analizzerà “i campioni notificati il 22 giugno 2021, corrispondenti a prime infezioni, da esaminare mediante sequenziamento genomico”.