Roberto Burioni ha già detto la sua sul coronavirus: l’allarme è già scattato in tutto il mondo, soprattutto da parte della popolazione. Mentre in Cina i casi sembrano aumentare con una certa rilevanza, il virologo di Milano è intervenuto sui social per contrapporsi ai Medical Facts. “Capisco la paura, ma in Italia questo coronavirus – grazie al cielo – non è ancora arrivato. Quindi, non c’è motivo di evitare ristoranti cinesi, quartieri cinesi e i cinesi stessi. L’unica cosa che devono fare i cittadini italiani (e io sono stato il primo a dirlo, suscitando qualche critica che ora appare grottesca) è semplice: non andare in Cina. Punto e basta”, dice su Twitter. Il professore è sicuro che i dati diffusi dai media in questi giorni sui casi di coronavirus non si avvicinino alla realtà. “Il World Health Organization”, continua”, con una decisione che a me sa poco di politica e poco di scienza, ha deciso dopo due giorni di discussioni che non c’è un’emergenza internazionale. Voglio vedere cosa dirà oggi a seguito della comunicazione che nuovi casi si stanno verificando ovunqe, Francia compresa”. Il colpo più duro per Burioni riguarda più che altro dalla notizia che il coronavirus possa essere diffuso anche grazie a pazienti asintomatici. Ovvero individui che stanno bene, non presentano febbre oegnali di alcun tipo e che sono allo stesso tempo in grado di diffondere il coronavirus. “Il che significa che la misurazione della temperatura agli aeroporti”, aggiunge”, potrebbe non essere sufficiente per bloccare la diffusione della malattia. La lotta contro quest’infezione sarà più difficile del previsto”.



Roberto Buroni a Che tempo che fa

I casi di coronavirus hanno subito allertato la popolazione mondiale e Roberto Burioni, professore e medico virologo, crede che le contromisure per l’epidemia siano state in qualche modo bloccate dalle autorità cinesi. “Uno dei massimi esperti di Pechino aveva detto di non preoccuparsi e ha contratto il virus”, ha detto a Quotidiano, “già nel 2003 c’è stata una mancata condivisione dei dati sulla Sars. La Cina parla di 4-5000 casi, ma l’Imperial College di Londra ne stima 4 mila”. Roberto Burioni sarà ospite oggi, domenica 26 gennaio 2020, della nuova puntata di Che tempo che fa e potrebbe approfondire anche questo aspetto che riguarda il virus cinese. Il medico si dichiara più che altro preoccupato dal fatto che non è ancora noto, ad oggi, quanto sia grave questa malattia. “I dati sembrano tranquillizzanti”, sottolinea, “ma nonossiamo fidarci troppo. E il virus può mutare, diventando capace di un’infezione più pericolosa”. Ai suoi occhi tuttavia l’Italia ha tutte le strutture necessarie per combattere l’infezione ed impedire il propagarsi di un’epidemia fuori controllo. Inutile però pensare ad un vaccino: i tempi sono più che lunghi. “Dovremo imparare la lezione che tanti coronavirus hanno fatto il salto di specie da animale a uomo. E investire per nuovi vaccini, così da essere pronti al prossimo nuovo virus”, spiega. Data la corsa di molti al vaccino antinfluenzale, il medico sottolinea che il siero non fornisce le protezioni necessarie per questo tipo di virus.

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