Roberto Burioni nello studio di Che tempo che fa ha parlato della professione medica e anche dell’omeopatia, ricordando che la sua efficacia è nulla. Pur non essendo dannosa, quindi, l’omeopatia non servirebbe a nulla. Il Professore ha anche ricordato come la mente di un paziente possa fare molto per farlo sentire meglio, anche se gli viene somministrata solamente dell’acqua. Il famoso effetto placebo dunque non va mai scordato.Per Burioni la scienza, pur non fornendo dogmi, fornisce delle certezze, che possono in ogni caso essere messe in dubbio e smentite attraverso il metodo scientifico e non in altro modo. È anche così che si possono fare progressi per la sanità. (aggiornamento di Bruno Zampetti)



IL LIBRO SULL’OMEOPATIA

Roberto Burioni, virologo di fama noto per le sue battaglie “pro-vax” e per il suo particolare “metodo” di divulgazione scientifica, caratterizzato dallo sberleffo e della prese in giro di chi sui social è solito diffondere fake news e posizioni che con la scienza e la medicina hanno poco a che fare, sarà ospite questa sera di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”. L’occasione sarà certamente propizia per parlare del nuovo libro di Burioni, “Omeopatia. Bugie, leggende e verità”, in uscita l’8 ottobre, che sta già creando un dibattito molto acceso. Le prime polemiche erano state sollevate da Omoimprese, che aveva diffidato Rizzoli dall’utilizzo del titolo “Omeopatia. La grande truffa”. Burioni anche in questo caso non si era fatto pregare:”Il libro non è uscito e già gli omeopati hanno preso un granchio e rimediato una pessima figura. Questo con il titolo, figuriamoci tutto il resto. Ho la sensazione che ci divertiremo molto. La verità, senza alcuna diluizione. Mi spiace per loro, ma è quello che li aspetta”.



ROBERTO BURIONI CONTRO L’OMEOPATIA

Sul suo profilo Twitter, per promuovere il suo nuovo libro, Roberto Burioni ha lasciato intendere il suo punto di vista sull’omeopatia senza mezze misure, come sua abitudine:”Milano può piacere o non piacere, però è in Lombardia, e questo è un fatto. L’inefficacia dell’omeopatia è un dato altrettanto oggettivo. Lo spiego nel libro che esce martedì 8 ottobre. La verità, senza diluizioni. Molto amara, per qualcuno”. Insomma, Burioni non ammette repliche e conferma di fatto la natura del metodo che lo ha reso celebre e che sintetizzò di fatto in un post su Facebook di qualche tempo fa:”Preciso che questa pagina non è un luogo dove della gente che non sa nulla può avere un «civile dibattito» per discutere alla pari con me. È una pagina dove io, che studio questi argomenti da trentacinque anni, tento di spiegare in maniera accessibile come stanno le cose impiegando a questo scopo in maniera gratuita il mio tempo che in generale viene retribuito in quantità estremamente generosa. Il rendere accessibili i concetti richiede semplificazione: ma tutto quello che scrivo è corretto e, inserendo io immancabilmente le fonti, chi vuole può controllare di persona la veridicità di quanto riportato. Però non può mettersi a discutere con me. Spero di avere chiarito la questione: qui ha diritto di parola solo chi ha studiato, e non il cittadino comune. La scienza non è democratica”.



ROBERTO BURIONI: “OMEOPATIA? COME IL PLACEBO”

La sensazione è che la battaglia di Roberto Burioni contro l’omeopatia sarà intensa al pari di quella condotta contro i no-vax. Nella giornata di sabato, ad esempio, su Twitter il divulgatore scientifico è intervenuto con molta veemenza su una questione che investe anche la politica:”Il nostro SSN, gioiello che il mondo ci invidia, potrebbe morire per mancanza di finanziamenti e in questo contesto la Regione Toscana spreca soldi per preparati omeopatici che non contengono nulla e che non hanno alcuna efficacia. Inaccettabile!”. Intervistato da “Grazia” pochi giorni fa, Burioni ha così definito la pratica omeopatica:”L’omeopatia funziona come il placebo. Qualcosa di assolutamente identico al farmaco, ma che non lo contiene, viene somministrato al paziente dicendogli invece che è una medicina. Eppure si guarisce. In altre parole, il placebo è in grado di evocare tutti gli effetti benefici perché è la mente ad esserne convinta, ma i risultati non sono dovuti all’efficacia del principio attivo, di cui si vuole valutare l’utilità”.