«I dati ci dicono che siamo ancora nella seconda ondata, ma ci dicono anche che per la terza settimana di seguito ci sono timidi segnali di discesa»: così Roberto Cauda ai microfoni di Oggi è un altro giorno. Il direttore di Malattie infettive al Policlinico Gemelli di Roma ha fatto il punto della situazione sull’emergenza Covid-19 ed ha messo in risalto i primi timidi segnali incoraggianti dai dati dell’Iss…



Roberto Cauda ha rimarcato poco dopo: «C’è una minore incidenza settimanale di casi per 100 mila abitanti, ma siamo ancora ben lontani dal traguardo di 50 che consentirebbe il tracciamento. Ma rispetto alla passata estate, in cui avevamo solo l’arma della chiusura, oggi abbiamo il grande peso dei vaccini».

ROBERTO CAUDA: “CON I VACCINI NON SI MUORE”

Il professor Roberto Cauda è poi tornato sul vaccino di Johnson & Johnson: «Sono stati 6 casi su 7 milioni di vaccinati, meno di un caso per milione di vaccinati. Io penso onestamente che quando prendiamo una Aspirina, abbiamo un rischio maggiore di quanto non sia questo. Per Covid c’è stata un’attenzione spasmodica: all’inizio si diceva “si è corso troppo”, io sono sempre stato dalla parte dei vaccini. Parliamo di 6 casi a fronte di centinaia di casi di decessi per virus: questa è una malattia grave, ogni ritardo che subiamo può portare a un aumento del numero dei decessi». L’esperto ha poi messo in risalto: «I vaccini nella totalità dei vaccini riducono la gravità della malattia, in altre parole non si muore e non si finisce in rianimazione».



Leggi anche

POVERTÀ E DIVARI TERRITORIALI IN UE/ I numeri di Eurostat che bocciano i fondi a pioggia