Il mondo della moda è in lutto: è morto Roberto Cavalli. Lo stilista era malato da tempo, ma negli ultimi giorni le sue condizioni di salute sono peggiorate fino al decesso, riporta Tgcom24. Accanto a lui c’era Sandra Bergman Nilsonn, compagna degli ultimi 15 anni da cui ha avuto un figlio, Giorgio, nato l’anno scorso. Il sesto figlio, dopo Tommaso e Cristiana, nati dal primo matrimonio con Silvanella Giannoni, e Robert, Rachele e Daniele, nati invece dalle seconde nozze con Eva Duringer. Lo stilista aveva lasciato le scene una decina di anni fa, dopo aver ceduto il suo marchio storico. Ma ciò non gli aveva impedito di godersi la vita, infatti nel marzo dell’anno scorso aveva annunciato la nascita del sesto figlio. Poche settimane dopo aveva annunciato l’acquisto del Pineta di Milano Marittima, una delle discoteche più famose d’Italia.



Non aveva voglia di fermarsi, del resto la voglia di vivere non ha caratterizzato solo la vita di Roberto Cavalli, ma anche la sua carriera. In passato non tutti hanno amato il suo stile sopra le righe, mentre oggi la sua estetica è ancora alla ribalta, con il mercato vintage che vede protagonisti i suoi capi originali. «Caro Roberto, potresti non essere più fisicamente qui con noi, ma so che sentirò il tuo spirito sempre con me. È il più grande onore della mia carriera lavorare seguendo la tua eredità e creare per il marchio che hai fondato con tale visione e stile. Riposa in pace, ci mancherai e sarai amato da così tante persone che il tuo nome continuerà, un faro di ispirazione per gli altri, e soprattutto per me», il saluto di Fausto Puglisi, direttore creativo di Roberto Cavalli da ottobre 2020. Il CEO Sergio Azzolari esprime le condoglianze e assicura: «La sua eredità rimane una costante fonte di ispirazione».



IL SUCCESSO DI ROBERTO CAVALLI ISPIRATO DAGLI ANIMALI

Nato nel 1940, Roberto Cavalli è sempre stato legato a Firenze, dove si era trasferito con la madre. Il padre fu sequestrato e fucilato nel 1944 dai tedeschi in ritirata. In Toscana diede vita alla sua impresa di moda negli anni ’70, con cui ha contribuito a portare nel mondo la bandiera del made in Italy. Ma non voleva essere chiamato stilista. Nella sua autobiografia raccontava che il suo talento era quello di «trovare ciò che rende speciale un tessuto, un abito, una donna». La sua concezione di moda era quella di un sogno «pronto per essere indossato».



Peraltro, i suoi abiti sono riconoscibili: lanciò motivi iconici come l’animalier, indossato da celebrità di tutto il mondo, come Lady Gaga e Jennifer Lopez, Katy Perry e Naomi Campbell. Dal ghepardo negli anni ’70 allo zebrato negli anni ’90, poi le fantasie a farfalla, leopardo, coccodrillo, lince e sparente, fino alle paillettes usate come squame di pesce. Ma il serpente è il simbolo della maison. Dopo aver lasciato la guida della maison, ora affidata a Fausto Puglisi, la griffe è di proprietà di della società Dubai Vision Investments, che fa capo a Hussain Sajwani.