Il giornalista Roberto D’Agostino, direttore del noto sito Dagospia, è stato intervistato quest’oggi dal quotidiano Il Tempo, per parlare del Festival di Sanremo 2020 che inizierà fra circa un mese. Si parla del duello “politico” fra Rula Jebral e Rita Pavone, entrambe sul palco dell’Ariston: “Sanremo è così – afferma – c’è dentro di tutto. C’era Albano che è putiniano, altri di sinistra, ognuno la pensa come vuole”. Tra l’altro è stato proprio D’Agostino a dare per primo la notizia della Jebral: “Si ho messo questa notiziola – afferma – senza nessun rilievo particolare. Poi si è scatenato tutto quel bordello che abbiamo visto. Addirittura da Rula stessa sono stato accusato di essere la quinta colonna di chissà cosa”. Quindi il collega prosegue: “Siamo in un momento molto difficile, con una guerra alle porte. E questi stanno a rimpallarsi la storia di Sanremo? Hanno fatto una sorta di processo di Norimberga, sono rimasta senza parole. Anche la stessa Rula dovrebbe rendersi conto di aver esagerato”.



ROBERTO D’AGOSTINO: “POLEMICHE A SANREMO? PRIMA C’ERA BERLUSCONI, ORA SALVINI”

D’Agostino ricorda comunque come non vi sia Sanremo senza alcuna polemica: “E’ sempre stato così, prima se la prendevano con Berlusconi, oggi con Salvini. Un’altra volta c’era quello che voleva buttarsi giù dalla balconata dell’Ariston”. Il giornalista poi ricorda che “Dopo due giorni dalla chiusura del Festival nessuno ne parlerà più”. Secondo il collega, “oggi ci mettiamo davanti alla televisione per fare il tiro a segno. Io non vedo l’ora di guardare Sanremo con i miei amici per fare battutacce. Per questo più c’è casino e più sono contento. Per me possono invitare pure i Casamonica, mi diverto ancora di più!”. Il giornalista de Il Tempo ricorda anche i messaggi lanciati da Sanremo negli ultimi anni, fra accoglienza e Lgbt, ma secondo D’Agostino il pubblico non ha recepito: “Oggi mezzo paese sta a vota’ a destra, perchè alla gente non frega niente, basta che ascolta quattro canzonette. Sanremo peggio è, meglio è. Più brutto e più ci divertiamo”. Secondo D’Agostino non si può più parlare del festival della canzone: “Ma per carità, non lo è più da minimo 20 anni. Quando si sono chiusi gli anni ’80 ha iniziato a finire tutto”.

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