Dal Pd al Centrodestra, Roberto D’Alimonte a tutto tondo sulla politica italiana ai microfoni di Libero. Il celebre politologo ha esordito parlando del Centrosinistra, in particolare dei dem che puntano a una super coalizione con Movimento 5 Stelle e altri partitini: per il professore queste alleanze «servono forse a vincere, ma non a governare», ricordando l’importanza della legge elettorale…



«Se resta l’attuale sistema, con i suoi collegi uninominali, avere un leader che tenga insieme i pezzi è importante. I partiti devono scegliere candidati comuni e gli elettori devono votare il candidato, anche se non appartiene al partito che preferiscono. Serve quindi un leader carismatico, che faccia da collante della coalizione», ha sottolineato Roberto D’Alimonte, evidenziando che un altro problema della maxi-coalizione è quello della sovrapposizione elettorale tra Pd e M5s.



ROBERTO D’ALIMONTE SU M5S, FDI E LEGA

Passando al Movimento 5 Stelle, Roberto D’Alimonte ha spiegato che fino al 2018 è stato in grado di prendere voti da destra e sinistra grazie al profilo post-ideologico, tutto è cambiato con l’arrivo al governo: «Governare vuol dire scegliere e scegliere vuol dire accontentare qualcuno e scontentare altri. Al governo si vede quello che sai fare e non basta quello che sai promettere». L’attuale metamorfosi M5s è un rebus, ha aggiunto il politologo, anche perché lo stesso Conte rappresenta un rebus. Roberto D’Alimonte si è poi soffermato su Fratelli d’Italia: «Fdi potrebbe diventare il primo partito. Vedo più difficile che la Meloni diventi premier. È vero che, se resta l’ attuale sistema elettorale, anche a destra potrebbe valere il principio che il leader del partito con più voti guidi il governo. Secondo me, però, potrebbe pesare il fattore europeo». Infine, un commento sulla svolta europeista di Salvini: «A mio avviso Salvini si è convertito sulla via di Bruxelles proprio per poter aspirare a guidare il governo. La scelta del presidente del Consiglio spetta al presidente della repubblica e la pretesa di Salvini alla premiership passerà di lì, indipendentemente da chi ha preso più voti, se il leader della Lega sarà riuscito a essere convincente sulla sua conversione all’ europeismo, per quanto critico. Adesso, però, per non lasciare troppo spazio alla Meloni, deve trattenere i voti di chi guarda a Bruxelles con sospetto. Partita affascinante e complicata».

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