“Mi immagino il Paradiso come un luogo dove la musica folk incontra il blues”. Ho trovato questa citazione sulla Rete (e dove sennò?), attribuita a Mark Knopfler e francamente poco importa se sia davvero sua, o se qualcuno l’abbia mai riferita. Non so nemmeno se Roberto Formignani sia un credente o si immagini un Paradiso, in terra o altrove, ma questa idea di Eden sono sicuro che non gli dispiaccia. Soprattutto dopo aver licenziato, alla rotonda età di 60 anni, un album come questo, che per la prima volta reca in copertina solo il suo nome. Roberto Formignani, autore e titolo.
Quella di Formignani è tra le chitarre blues, ma anche swing e country, più ispirate del nostro Paese, sin qui giocata, tuttavia, nell’abbraccio rassicurante di band e progetti avviati quarant’anni fa (altra cifra rotonda) con la Mannish Boy, fino al Liberation Project dello scorso anno, guidato da Phil Manzanera. E in mezzo, l’avventura The Bluesmen, il brand rock blues che lo ha portato, anche, sul palco e in studio con Dirk Hamilton.
Un bluesman, Roberto Formignani, ma anche un viaggiatore che dalla via Emilia ha scritto e riscritto la propria mappa d’America, dal Delta del Padre delle Acque, agli Appalachi, tra sogno e devozione. Non stupisce allora che il suo nuovo album, 11 brani originali e 1 rilettura da Robert Johnson, segua traiettorie che dal blues deviano verso forme stilistiche bianche, del passato e della contemporaneità cantautorale, linguaggi egualmente popolari e intimamente americani.
Ciò che meraviglia di questo lavoro è la maturità di scrittura, l’equilibrio essenziale delle voci delle tante chitarre, con e senza la spina (una su tutte Painting The Note, manifesto della poetica di questo lavoro), il respiro di dinamiche che traggono forza ed espressività dai silenzi, la confidenza (non me ne voglia Formignani se aggiungo finalmente) di un cantato che sa divenire narrazione. Ecco, se di novità si può parlare, questo nuovo album segna il passaggio di Formignani da autore di canzoni pensate per un quintetto rock blues come The Bluesmen, a brani ritagliati esclusivamente sulla propria sensibilità, di uomo e di artista. E di storyteller.
Roberto Formignani, l’album, suona allora come il primo lavoro compiutamente e assolutamente di Roberto Formignani, l’autore. Debuttare a 60 anni, una gran bella storia.