Dalla condanna a 5 anni e 10 mesi di reclusione per corruzione al rapporto con la fede, Roberto Formigoni senza filtri nella lunga intervista rilasciata ai microfoni di QN. L’ex governatore della Lombardia ha da poco pubblicato il libro “Una storia popolare”, in cui traccia il bilancio della sua vita in politica senza rimpianti. E con un’analisi ben precisa: «Sono stato condannato per corruzione, ma l’avvocato Franco Coppi, uno dei più grandi penalisti italiani, ha dichiarato pubblicamente “condannato senza una colpa e senza una prova“».



Dopo 150 giorni trascorsi nel carcere di Bollate, Roberto Formigoni sta scontando la pena agli arresti domiciliari ed è in attesa di essere affidato ai servizi sociali. Il 74enne ha spiegato di poter uscire due ore al giorno, al mattino, e di poter vedere gli amici, trascorrendo la giornata in attesa che il Senato decida riguardo alla sua pensione: «Non il vitalizio, ma la pensione accantonata negli anni e detratta dai miei emolumenti. Sono 2.200 euro che il Senato vorrebbe togliermi. Come occupo il mio tempo? Sono uno spirito attivo. Mi sono inventato piccoli lavori per mantenermi, studio e leggo molto. E ricevo un mucchio di gente. Anche giovani che vengono a chiedere consiglio».



ROBERTO FORMIGONI: “GRATO PER LE PAROLE DI RUINI”

Nella lunga intervista a QN, Roberto Formigoni è tornato sul libro appena pubblicato, scritto per non disperdere l’esperienza del Movimento Popolare e del periodo alla guida della Lombardia, ed ha commentato le parole del cardinale Camillo Ruini (“Formigoni è stato costretto a una conclusione traumatica e immeritata della sua esperienza politica”, ndr): «Sono grato per ciò che Ruini dice di me, tanto più che poi aggiunge “che la fine di quell’esperienza è stata un danno non solo per lui ma per quanti condividono con lui una certa visione dell’Italia“». A proposito del soprannome “il Celeste”, Roberto Formigoni ha spiegato che era a metà tra l’ammirazione e la presa in giro: «In effetti, il mio ufficio era in cima ai grattacieli più alti d’Italia. E quando il Celeste scendeva nell’aula del Consiglio regionale si faceva subito silenzio… Poi partivano gli attacchi».



ROBERTO FORMIGONI: “BERGOGLIO É IL MIO PAPA”

Tornando al suo percorso politico, Roberto Formigoni ha spiegato che del Movimento popolare resta un’eredità di metodo e di cose costruite, mentre, passando a Cl, don Luigi Giussani lo folgorò mostrandogli «un cristianesimo come capacità di apprezzare ogni esperienza umana, come curiosità per l’uomo e la sua storia. Fede e ragione vanno a braccetto: è un cristianesimo che dà significato a tutti gli aspetti della vita». Roberto Formigoni ha poi parlato di Papa Francesco: «È il mio papa. Come ha detto lui stesso, viene dalla fine del mondo. Cioè da un mondo diverso dal nostro. Quello che a volte disturba delle sue posizioni dipende solo da questo. Ma la sua elezione è la prova della grande capacità che la Chiesa ha di rinnovarsi. Ce n’era bisogno».