E’ passato un anno dal trionfo di Wembley, dalla vittoria della Nazionale italiana agli Europei. Ma sono passati anche quattro mesi dall’addio ai Mondiali, con il ko patito contro la Macedonia ai playoff. “Il calcio sa essere bello e crudele. Ma questo è il suo aspetto più affascinante”, ha spiegato Roberto Mancini nel corso della lunga intervista ai microfoni de Il Messaggero.
Euro 2020 per certi versi è stato un miracolo, ha ammesso Roberto Mancini, ma i valori tecnici c’erano. Nonostante la delusione dei Mondiali, il commissario tecnico è fiducioso per il futuro: “Ci sono calciatori con grandi valori, come Gnonto. Ma le difficoltà ci sono e di partite ne perderemo”. Il tecnico di Jesi ha poi rimarcato che gli italiani in Serie A sono pochi, mentre i giovani non giocano abbastanza: “In altri campionati, i ragazzi hanno già esperienza internazionale e quello fa la differenza. Dei nostri attaccanti, ce l’hanno solo Immobile e Belotti”.
ROBERTO MANCINI: “I GIOVANI DEVONO GIOCARE”
Tornando al suo percorso da ct, Roberto Mancini ha pensato a cosa non rifarebbe. E riecco Super Mario: “A novembre, quando avevamo tanti infortunati e calciatori stanchi, avevo pensato di chiamare Balotelli. Con le sue qualità ci avrebbe dato una mano”. Sia chiaro, però, la vittoria agli Europei non è stata casuale. “E non siamo in Qatar solo per sfortunata”, ha aggiunto il tecnico.
Roberto Mancini non si è detto preoccupato per le critiche ricevute e c’è grande fiducia per l’Italia del futuro, a partire dalle indicazioni positive registrate con la Nations League. Poi, una battuta sull’eterno scontro tra giochisti e risultatisti: “La storia del calcio insegna che si può vincere in tanti modi. Per quanto mi riguarda cerco di giocare all’attacco, mantenendo un equilibrio”. E il “Mancio” ha le idee chiare su chi sintetizza al meglio questi due aspetti: “Il tecnico migliore, per me, è la sintesi tra Boskov e Eriksson”.