Roberto Mancini e il suo ricordo del compianto Eriksson: “Alleno grazie a lui”
L’ex ct dell’Italia Roberto Mancini ha commentato la morte di Sven-Goran Eriksson che ovviamente lo ha colpito molto nel profondo, visto il rapporto speciale che lo legava al suo tecnico ai tempi della Lazio e ancora prima alla Sampdoria: nel corso di una intervista concessa a Il Giornale, Mancini ha rievocato alcuni trascorsi al fianco dello svedese, venuto a mancare nelle scorse ore ma che occuperà sempre un posto di primaria importanza nella vita del Mancio.
Roberto Mancini ha aperto la scatola dei ricordi e si è soffermato con sofferenza sulle tre perdite di Vialli, Mihajlovic e Eriksson: “Sono tre persone che hanno fatto veramente parte della mia vita. In gioventù, da calciatore, Mihajlovic e Vialli come compagni e Sven come maestro, con Sven nella Samp e nella Lazio, con Vialli fino all’ultimo europeo. Eriksson è stato un maestro di vita. Un allenatore grandissimo, ha fatto bene in tutte le squadre che ha allenato: ha portato tattica e anche soprattutto tanta gentilezza”.
Roberto Mancini e l’ultima telefonata con Eriksson: “Cosa ci siamo detti”
Sempre attraverso le colonne del quotidiano Il Giornale, Roberto Mancini si è soffermato su un ricordo che custodirà gelosamente per tutta la vita, la sua ultima telefonata con mister Sven Goran Eriksson, venuto a mancare in seguito a una battaglia con un tumore al pancreas: “Stava con i figli, mangiando e bevendo, di buonissimo umore, ci ho parlato al telefono, mi ha detto: «Sto bevendo un vino delle tue parti, Mancio, un bianco marchigiano straordinario, ci siamo fatti una grande risata”.
Una notizia che Roberto Mancini non avrebbe mai voluto ricevere, così come tutti gli appassionati di sport e quelle persone che erano profondamente legate a Eriksson: “Sapevamo che le sue condizioni erano disperate, anche se alla fine ci speri sempre” ha detto il ct dell’Arabia Saudita dopo la morte di Sven Goran Eriksson.