«Lui sentiva il bisogno di dominarmi completamente. Mi aveva promesso di venire a vivere a Roma, ma lui non poteva abbandonare l’azienda agricola di famiglia, ma non aveva il coraggio di dire la verità. Io sono tornata a Roma al settimo mese di gravidanza e sono rimasta a casa con i miei genitori»: così Simona Marchini a Oggi è un altro giorno sul matrimonio con Roberto Paolopoli.



«Era un uomo molto intelligente e molto colto, ma anche molto manipolatore. Mi diceva che ero fragile ed emotivamente disturbata», ha spiegato Simona Marchini, che ha concluso così sulla relazione con Paolopoli: «Mi diceva che ero malata di nervi, è stata un’esperienza molto dolorosa, una relazione tossica». (Aggiornamento di MB)



Roberto Paolopoli, il primo marito di Simona Marchini

Il barone Roberto Paolopoli è stato il primo marito di Simona Marchini. I due erano amici di infanzia. “Mi sposai una prima volta, ma non funzionò. Avevo ventuno anni. Dopo tre di matrimonio e con una figlia, mi separai. Uscii da quella storia con le ossa rotte”, ha raccontato la Marchini a Repubblica. Dal primo matrimonio, infatti, è nata la figlia Roberta, che nel 2000 l’ha resa nonna di Gabriele, nato dal matrimonio con il psicologo americano Brent. Per riprendersi dalla fine del primo matrimonio Simona Marchini andò da un’analista junghiana, Hélène Erba Tissot. Dopo un paio di anni conobbe il critico Giacomo Debenedetti e cominciarono a frequentarsi: “Il rito era andare a trovarlo nella sede della Mondadori. Lui scendeva dall’ufficio di via Sicilia, passeggiavamo fino a via Veneto. Ci sedevamo a un bar. Io bevevo un tè e lui una vodka”.

Simona Marchini: da Roberto Paolopoli a Giacomo Debenedetti

Dopo il primo matrimonio con Roberto Paolopoli, Simona Marchini aveva interrotto l’università nonostante le mancassero pochi esami. Giacomo Debenedetti la incoraggiò a riprendere gli studi: “Riuscì nell’intento di sbloccarmi e di farmi dare l’esame di lettere”, ha raccontato l’attrice a Repubblica. All’epoca Simona aveva 26 anni, Debenedetti più di 65: “Sembravamo un padre e una figlia felici. Mi portò anche al Premio Strega. Poi, nell’ultima parte di quell’estate del 1966, partii e non lo rividi più”. Il critico, infatti, è morto a gennaio del 1967: “Andai al funerale. Naturalmente i familiari non sapevano chi fossi. Ero lì ai margini della cerimonia a piangere disperata. La persona cara, che avevo visto nei nostri brevi e fugaci incontri, non c’era più”, ha confessato Simona Marchini