È morto Roberto Renga, giornalista che per anni è stato un punto di riferimento per le cronache sportive legate a Roma e Lazio, da oltre 50 anni una delle firme più famose dello sport, presente in radio e tv, oltre che autore di diversi libri. A darne l’annuncio è stato il figlio Francesco Renga. «Papà ci ha lasciati nel pomeriggio di oggi. Il suo ultimo tweet è postumo, pensato un anno fa. Data e luogo dei funerali saranno comunicati nella giornata di domani», ha scritto su Twitter. Il riferimento è all’ultimo messaggio che compare sul profilo di Roberto Renga: «Non posso lamentarmi. Sono stato molto amato e molto odiato. Il mio perdono a tutti meno tre».
Il giornalista per anni ha collaborato con l’emittente radiofonica Radio Radio. Proprio Ilario Di Giovambattista, direttore editoriale, ha commentato: «Che brutta notizia è morto Roberto Renga. Radio Radio è stata la sua ultima casa radiofonica, condoglianze a tutta la famiglia. Stava combattendo da tempo. R.i.p. Rob». Ma Roberto Renga è stato anche l’inviato di punta del Messaggero in 7 Mondiali di calcio, 7 Europei, due Coppe d’Africa, una Coppa America e i Giochi Olimpici in Australia.
ROBERTO RENGA, UN GIORNALISTA “SCOMODO MA AUTENTICO”
Roberto Renga aveva 76 anni ed è morto a causa di male incurabile di cui soffriva da tempo. Forse anche per questo aveva a suo tempo pensato a salutare il mondo. Il giornalista è stato «scomodo ma autentico», come lo ha definito l’ex direttore generale della Federcalcio, Antonello Valentini. «Roberto non faceva sconti, ma la sua onestà intellettuale, la sua vis polemica, la sua arguzia e la sua professionalità erano e rimarranno un patrimonio del giornalismo italiano. In un giornalismo sempre più codino e compiacente, mancheranno il suo rigore professionale, la caccia alla notizia, la difesa delle proprie idee, la capacità di confrontarsi senza scorciatoie e convenienze».
Roberto Renga ha scritto diversi libri. In “Una storia nazionale” ha ripercorso tappe storiche della maglia azzurra, ma anche lo scandalo di Calciopoli vissuto dai calciatori della Nazionale. Ha scritto anche “La partita del diavolo: Dalla tragedia dell’Heysel a una storia d’amore e di violenza. Fra teppisti-mercenari, partite vendute, omicidi e giochi di potere“. Ma pure una autobiografia, “Ho ballato con Mandela“. Ma Roberto Renga è stato tra i primi a scrivere del Calcioscommesse degli Anni ’80 sulle colonne di Paese Sera.
Non posso lamentarmi.
Sono stato molto amato e molto odiato.
Il mio perdono a tutti meno tre.— Roberto Renga ???? (@RobertoRenga) September 10, 2022