Roberto Russo è il marito di Monica Vitti, l’attrice romana che lo scorso 3 novembre 2020 ha festeggiato 89 anni. Icona senza tempo del cinema italiano, la Vitti da circa 20 anni ha lasciato le scene e il mondo dello spettacolo a causa di “una malattia tipo Alzheimer che si infiltra e sbriciola la memoria”. A raccontarlo è stato proprio il compagno che ha ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera pochi giorni prima del compleanno della sua amata Monica rivelando: “le preparerò una torta con una candelina simbolica e insieme passeremo una delle tante giornate che abbiamo condiviso”. Un amore importante quello fra Monica Vitti e Roberto Russo che ha raccontato: “Io e Monica ci capiamo con gli occhi. Ora da quasi 20 anni le sto accanto”. Non solo, il regista ha voluto ancora una volta smentire le voci su un possibile ricovero in Svizzera dell’artista. “voglio smentire che Monica si trovi in una clinica svizzera, come si diceva: lei è sempre stata qui a casa a Roma con una badante e con me ed è la mia presenza che fa la differenza per il dialogo che riesco a stabilire con i suoi occhi, non è vero che Monica viva isolata, fuori dalla realtà”.
Roberto Russo: “io e Monica Vitti ci conosciamo da 47 anni”
Roberto Russo e Monica Vitti si sono conosciuti 47 anni e fa, ma da circa 20 anni sono marito e moglie dopo una cerimonia celebrata in Campidoglio. Il regista sempre al Corriere della Sera ha raccontato: “ci conosciamo da 47 anni, nel 2000 ci siamo sposati in Campidoglio e prima della malattia, le ultime uscite sono state alla prima di Notre Dame de Paris e per il compleanno di Sordi”. Nonostante la malattia, Roberto non l’ha mai lasciata sola; anzi da circa 20 anni le sta accanto nella loro casa di Roma diventato il loro nido d’amore. I due comunicano con gli occhi, come ha precisato il regista, che ha poi sottolineato come nonostante la malattia Monica sia ancora cosciente e consapevole della realtà che la circonda. Artista senza tempo, diva del cinema italiano, la Vitti è un mito per tantissime persone per via del suo talento unico nel rappresentare sul grande schermo personaggi di vari tipo. “Del resto — parlando dei ruoli della Vitti — Monica giocava su due banchi e scrisse anche un soggetto comico con Camilleri che Antonioni non ebbe il coraggio di dirigere. Ma un film come L’avventura sta ancora nei locali d’essai di Parigi e New York, vuol dire l’eternità”.