Roberto Russo e il sacrificio per Monica Vitti: “Vent’anni senza uscire di casa…”
Roberto Russo è stato il compagno di vita di Monica Vitti. L’uomo ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera rivelando alcuni retroscena del loro rapporto. I due si erano conosciuti sul set di “Teresa la ladra”, nel 1973: “Avevo 25 anni, lei sedici più di me. Lei era l’attrice protagonista, io battevo il ciak. Insomma ero un macchinista. Nel cinema ho fatto ogni cosa”. Monica Vitti è scomparsa all’età di 91 anni dopo aver lottato contro una malattia degenerativa che le ha provocato gravi disturbi motori e dell’attenzione. Dopo la sua morte, Roberto Russo non è riuscito a farsene una ragione e ha ammesso: “Io sono ancora innamorato come un pazzo. Da febbraio mi manca ogni istante un battito”.
Roberto Russo è sempre stato accanto a Monica Vitti tanto da aver sacrificato la propria vita per stare con lei. Roberto ha infatti rivelato: “Venti anni qui con lei. Per non farla mai stare sola, per non farle mai mancare nulla. Venti anni senza mai uscire di casa se non per la spesa o per fare due passi qui intorno. Ho difeso Monica, il suo desiderio di riservatezza fino alla fine, ho cercato di farla ridere quando poteva, e di tenerle sempre la mano. E lo rifarei, rifarei ogni giorno di questi venti anni che non separo dagli altri trenta. Sono stati tutti meravigliosi, perché sono stati tutti con lei”.
Roberto Russo e lo straziante ricordo di Monica Vitti: “Sono innamorato ancora…”
Roberto Russo ha poi parlato della malattia di Monica Vitti. All’inizio l’attrice riusciva a camuffare tanto che Roberto si sentiva in colpa. Nell’intervista al Corriere della Sera, l’uomo ha svelato qualche retroscena: “Monica era una grande attrice, non dimenticarlo. Lei mascherava i vuoti che si andavano moltiplicando nella sua mente. Era bravissima. Faceva leva sul fatto che, in fondo, un po’ smemorata era sempre stata. Sapeva tutti i copioni a memoria, ma magari non ricordava dove aveva lasciato le chiavi di casa. È sempre stata così. Ma la nostra vita in simbiosi faceva sì che ogni piccolo slittamento dell’uno fosse avvertito dall’altro. Io mi ero accorto che qualcosa non andava come sempre. Che la memoria la stava abbandonando, lentamente ma, per me, visibilmente. La portai da un famoso medico. Lei sfoderò le sue doti di camuffamento e alla fine questo luminare mi investì dicendo che Monica stava benissimo e che ero io a dovermi far visitare. Un’altra volta la portai a fare analisi in clinica e lei si arrabbiò. Mi chiese come mi era venuto in mente, che lei stava benissimo e le analisi lo avevano confermato. Io mi scusai e le dissi che lo avevo fatto per togliermi la paura”.
Monica Vitti ha cercato di reagire fino alla fine anche se le sue condizioni peggioravano di giorno in giorno. Monica aveva bisogno di qualcuno che la aiutasse nella vita di tutti i giorni nelle varie pratiche quotidiane. Un giorno poi Roberto si è accorto che la situazione stava precipitando: “La sera prima che morisse ci siamo accorti che qualcosa non andava. Monica non era come sempre. La mattina dopo ho chiamato l’ambulanza ma non c’è stato nulla da fare, ci siamo fermati all’ospedale più vicino… Da lì ti ho telefonato per dirti di dare la notizia. Monica mi ha fatto vivere una vita bellissima, ogni giorno pieno di felicità e di amore. Tutto è cominciato su quel set. Non ti ho detto che a un certo punto io, che non ce la facevo a vederla e non poterle dire che la amavo, ho abbandonato le riprese. Ma dopo qualche giorno mi hanno richiamato per dirmi che volevano tornassi sul set. Ho capito in quel momento, il più bello della mia vita, che era stata Monica a volermi vicino a lei”.