Che tempo che fa ha voluto ricordare la giornalista maltese Daphne Caruana Galizia a due anni dalla scomparsa con un intervento di Roberto Saviano. Lo scrittore racconta la sua storia, le sue inchieste, evidenziando che Malta negli ultimi anni è diventato crocevia di capitali extraeuropei, visto che è possibile comprare la cittadinanza maltese, e quindi europea, per circa un milione di euro e che è possibile anche pagare solamente il 5% di imposte. È facile immaginare che ci potessero anche essere affari illeciti in tutto questo e Daphne Caruana Galizia stava lavorando proprio per capire cosa ci fosse dietro il grande flusso di capitale nella sua nazione. Saviano spiega anche che è stata screditata da alcuni ambienti maltesi, evidentemente con scarso successo se poi c’è voluto del tritolo per fermare la sua attività. Lo scrittore ha anche letto alcuni degli articoli scritti dalla giornalista maltese, ora raccolti in un libro “Dì la verità anche se la tua voce trema”. (aggiornamento di Bruno Zampetti)



IL LIBRO DI DAPHNE CARUANA GALIZIA

Roberto Saviano è uno degli ospiti più attesi della nuova puntata di “Che tempo che fa“, il talk show condotto da Fabio Fazio in prima serata su Rai2. Il giornalista e scrittore italiano, che da dieci anni vive sotto scorta dopo la pubblicazione del best seller “Gomorra”, torna nel salotto di Fabio per presentare il libro “Di’ la verità anche se la tua voce trema” contenente le inchieste di Daphne Caruana Galizia, la giornalista d’inchiesta maltese uccisa da un’autobomba il 16 ottobre 2017. Un’opera prima fortemente voluta dai figli Matthew, Andrew e Paul che per la prima volta hanno deciso di racontare la storie e le inchieste della madre. Si tratta di un’opera prima, una sorta di testamento, descritto come “baluardo a difesa delle pagine di chi scrivendo è perseguitato e scrivendo è morto” in uscita il 16 ottobre 2019 a due anni esatti dalla morte della giornalista.



Roberto Saviano: “dal Mediterraneo hanno bandito le Ong”

Roberto Saviano, 10 anni sotto scorta: “mi dissero pochi giorni”

La vita di Roberto Saviano è cambiata per sempre dieci anni fa quando, dopo la pubblicazione di “Gomorra“, è finito sotto scorta. Una decisione forzata, ma dovuta visto che oramai il suo nome era diventato bersaglio delle organizzazione criminali. Saviano ricorda ancora quel giorno: “ricevetti una telefonata dall’allora maggiore dei carabinieri Ciro La Volla, cercava di non spaventarmi, cercava di dare una comunicazione tecnica”. Il giornalista ricorda di avergli chiesto: “per quanto” con il maggiore che rispose “credo qualche giorno”. In realtà sono trascorsi dieci lunghi anni: “fare una sintesi di questi anni è difficilissimo, le prime parole che mi sento di spendere sono tutte di gratitudine per i carabinieri che mi hanno scortato ogni giorno, così come per gli ufficiali che li hanno coordinati. Ho vissuto con i carabinieri gran parte del tempo”.

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