Roberto Saviano e il potere dell’immaginazione
Da oltre 15 anni Roberto Saviano vive sotto scorta: “A volte l’immaginazione sostituisce la vita, quindi non sempre ha a che fare con una creatività positiva”, ha esordito l’ospite di Francesca Fialdini a Da noi a ruota libera. “Se io non immaginassi la vita di fuori farei saltare il banco, quindi l’immaginazione ti sostituisce la vita ma non lo è. È come vivere in una chat. Ti sembra di essere lì invece non sei lì”. Il potere dell’immaginazione resta però importante. “Solo è il coraggio” è il suo nuovo libro dedicato a Giovanni Falcone. “Ho deciso di scrivere questo romanzo per raccontare come il coraggio sia sempre una scelta. In quell’Italia un gruppo di persone sceglie di affrontare il potere vero, quello del capitale criminale e lo fa con il talento che ha permesso a quelle persone di usare il diritto per trasformare il Paese”.
Falcone ha imparato da Chinnici e come ricordato da Roberto Saviano, tutti sapevano di essere nel mirino eppure andavano avanti “perché c’era un patto profondo tra loro”. Il pezzo d’Italia che viveva il benessere di quegli anni, considerava però quelle scelte come inspiegabili, a detta di Saviano.
Roberto Saviano ricorda Giovanni Falcone
Era il 23 maggio quando arrivò nei Tg la notizia dell’agguato a Giovanni Falcone. Quella guerra l’abbiamo combattuta? Roberto Saviano ha spiegato che la guerra era già in corso ma la stava combattendo solo una parte del Paese. “L’attenzione mediatica durava poco”, ha commentato Saviano. “Capaci cambia questo tipo di logica e questa guerra in verità esiste tuttora. C’è questa sensazione che si ammazzano tra di loro”, ha proseguito. Nel suo romanzo cerca di raccontare i tanti “non detto”.
Roberto Saviano ha tentato di mettere in fila tutte le volte in cui è stato gettato fango sull’immagine di Giovanni Falcone. “Il tritolo usato è stato ricavato da una bomba della seconda guerra mondiale tirata su dal mare siciliano”, ha svelato Saviano parlando della bomba usata nell’attentato. “La famiglia Riina viveva raccogliendo ordigni bellici nelle campagne”, ha aggiunto, “un giorno prendono un colpo di cannone ma una volta svitato vedono che non c’è niente. Lo portano a casa ma esplode. A salvarsi è solo Riina. Io inizio con questo racconto e termino con Capaci”, ha concluso.