Roberto Sergio, amministratore delegato della Rai, non è preoccupato dalle critiche di chi parla di “TeleMeloni”: “Io sono un tecnico e non esiste “TeleMeloni”. Detto questo mi domando: la governance della Rai è da cambiare? Io non lo so. Dico solo che quella attuale discende da una maggioranza di governo che aveva presidente del Consiglio il senatore Matteo Renzi, con una maggioranza di Governo guidata da quel Pd che oggi spinge la protesta. Aspettiamo di vedere cosa la politica deciderà. Immagino che ci si riferisca al triennio successivo alla prossima consiliatura”. Un rapporto stretto quello tra politica e Rai: “La Rai ha necessità di un certo livello di risorse sotto le quali non si può scendere per garantire un adeguato servizio pubblico” spiega l’ad.
La Rai, comunque, è “in sicurezza” secondo l’amministratore delegato. A dirlo sono “i 135 milioni di efficienze già dal 2026, ricavi aggiuntivi per 60 milioni e mantenimento della posizione finanziaria netta entro i parametri di sostenibilità: 490 milioni nel 2026. Ricordo che l’ultimo piano industriale fu fatto da un tecnico: Gubitosi. Ringrazio la Presidente e l’attuale Cda. Abbiamo previsto 225 milioni di risorse incrementali per la trasformazione tecnologica e il rafforzamento dell’offerta. Il tutto per una Rai che va verso il futuro, come digital media company“. La mossa di vendere le azioni di Rai Way, secondo Sergio, era inevitabile: “È una operazione che serve ad avere risorse nel breve e a rafforzare l’equilibrio economico e finanziario dell’azienda. E nello specifico serve a supportare un Piano industriale sfidante e ambizioso. Comunque manterremo il controllo della governance”.
Roberto Sergio: “Canone? Ecco perché è stato ridotto”
I fondi azionisti di Rai Way, dopo la vendita delle quote, hanno contestato la scelta: a loro dire è ostativa per un possibile accordo con Ei Towers. Secondo Roberto Sergio “la cessione delle quote non preclude questa possibilità così come non pregiudica l’aumento del valore degli asset e dei dividendi. In ogni caso Rai resta interessata a valutare e analizzare prospettive di sviluppo industriale di Rai Way con l’obiettivo di identificare modalità di crescita di valore della partecipata a favore di tutti gli azionisti. Siamo aperti al dialogo”. Al momento, comunque, “non ci sono trattative in corso. Rai Way si sta occupando di predisporre un piano industriale con all’interno valutazioni importanti“.
Per l’amministratore delegato Rai, poi, anche un commento sulla riduzione del canone da 90 a 70 euro: “Il tema del canone è ogni anno nella disponibilità del Governo e del Parlamento. C’è stato un progressivo calo accompagnato dal trasferimento in bolletta elettrica per avere un recupero dell’evasione. Per quanto ci riguarda è essenziale la certezza delle risorse per poter rispondere agli obiettivi del Contratto di servizio con risorse necessarie e sufficienti”. L’ad spiega poi ancora al Sole 24 Ore: “Per quest’anno il canone è passato da 90 a 70 euro, con un ammanco di risorse compensato da 430 milioni dalla fiscalità generale. Confido che anche il prossimo anno le risorse rimangano quantomeno le stesse. Con quale modalità? Sarà la politica a deciderlo”.