La Procura della Repubblica di Roma ha iscritto ufficialmente Roberto Speranza e Nicola Magrini nel registro degli indagati per la gestione dei vaccini, anticipa la trasmissione Fuori dal Coro di Mario Giordano. Le ipotesi di reato vanno dall’omicidio al falso ideologico, passando anche per la corruzione nell’esercizio della funzione e per le lesioni personali, ma ora si dovranno attendere 90 giorni per il via libera da parte del Tribunale dei Ministri.



Un’inchiesta contro Speranza e Magrini che non è chiaro ancora a cosa condurrà ma che è stata mossa soprattutto dalle scoperte fatte in questi mesi da Fuori dal Coro e che se venissero confermate presupporrebbero non pochi problemi per il ministro e l’ex direttore generale di Aifa. La denuncia sulla quale la Procura vuole ora indagare approfonditamente è stata presentata dai sindacati di polizia e guardia di finanza, oltre che dall’associazione Ascoltami – Danneggiati da vaccino. Secondo Federica Angherini, direttrice dell’associazione, “decine di migliaia di persone che non hanno più la loro vita a causa delle bugie gravissime” di Speranza, di Magrini e dell’Aifa.



Le evidenze contro Speranza e Magrini scoperte da Fuori dal Coro

Insomma, la Procura cercherà di comprendere se effettivamente sui vaccini contro il covid il ministro Speranza e l’Aifa allora presieduta da Magrini abbiano nascosto delle informazioni fondamentali che avrebbero, concretamente, potuto salvare delle persone. Non è chiaro se il Tribunale dei Ministri darà il via libera alle indagini, circostanza che Angherini auspica, appellandosi all’attuale ministro Schillaci.

Da quanto ha scoperto Fuori dal Coro, infatti, tra le informazioni occultate da Speranza e Magrini, già il 15 gennaio 2021 durante le prime fasi delle vaccinazioni l’Aifa avvertì che non si avevano dati sui pazienti fragili, questioni messe a tacere, perché “non conviene stuzzicare il cane che dorme“, disse un funzionario in una mail. Vennero messe a tacere anche le evidenze di possibili problemi nei bambini allattati al seno da madri vaccinate, sparite dal sesto rapporto in poi della stessa Aifa sull’efficacia dei vaccini. Similmente, l’autorità, e probabilmente anche Speranza, era consapevole dell’assenza di dati a riprova dell’efficacia del vaccino, ma non vennero resi noti perché, scrisse un altro funzionario Aifa, “non c’è un criterio di definizione di fallimento“. “Ci sono segnalazioni di eventi avversi post vaccinali in persone già guarite dal covid”, avvertì un altro, ma per Magrini c’era “troppa enfasi su eventi non correlati” che rischiava di “uccidere questo vaccino“. Su AstraZeneca, infine, si segnalò un maggiore rischio cardiovascolare, ma si decise di non uscire “con niente”.



La voce dei danneggiati dal vaccino contro il covid

“Con l’esperienza di appartenenti alle forze di polizia e normale che si vada a fondo”, sulle colpe di Speranza e Magrini per la gestione del vaccino covid, spiega Antonio Porto, segretario del sindacato OSA Polizia, mentre “l’autorizzazione a procedere se la aspetta tutto il popolo italiano, perché rischiamo di concedere alla politica la licenza di uccidere“. Secondo Pasquale Valente, segretario del sindacato Finanzieri Democratici, è “uno spiraglio di giustizia che ci auguriamo che faccia il suo corso in piena libertà da ogni altro potere dello stato”.

Secondo Giada Maslovaric, del comitato Ascoltami, l’inchiesta contro Speranza e Margini dimostra la necessità “non solo di chiedere ma di fare giustizia, dopo che per anni i danneggiati da vaccino sono stati quasi demonizzati, insultati”. Federica Angherini, invece, ha raccontao di essere “una danneggiata da vaccino. Dopo la prima e unica dose di AstraZeneca vivo un inferno, un inferno nel corpo e nell’anima come decine di migliaia di persone che non hanno più la loro vita. Tutto questo a causa delle bugie gravissime” di Speranza, Magrini e Aifa. “Siamo feriti e violati nel corpo e nell’anima. Tutte queste bugie hanno distrutto le nostre vite e quelle dei nostri cari. È un inferno che dura da troppo tempo. Chiedo a Schillaci che si faccia carico della nostra situazione, lo Stato non ci può considerare malati di serie b. Chiedo al ministro che si faccia carico, con la sanità pubblica, di noi e al tribunale dei ministri di non fermarsi, di andare avanti, fare chiarezza e dire la verità, ne abbiamo tutti bisogno”.