Tra le vittime del Coronavirus c’è anche Roberto Stella, medico di famiglia nonché presidente dell’Ordine dei medici di Varese. L’uomo aveva 67 anni ed era uno dei medici contagiato dal Covid-19 presso il poliambulatorio di Busto Arsizio la scorsa settimana. Prontamente ricoverato si trovava nel reparto di terapia intensiva. La sua scomparsa ha destato molto scalpore soprattutto per le cariche importanti che ricopriva. Stella era infatti anche responsabile nazionale della formazione per la Federazione nazionale degli Ordini dei medici e presidente nazionale della Snanmid, società scientifica della medicina generale. Dopo la notizia della sua morte è intervenuto anche Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) che ad AdnKronos Salute ha commentato ha definito la sua scomparsa “una perdita enorme per la medicina generale e non solo”. Stella, ha spiegato il collega, “rappresentava la capacità di impegno e sacrificio dei medici di famiglia. E la sua morte rappresenta il grido di tutti i colleghi che ancora oggi non vengono dotati di dispositivi di protezione individuale”. Una vera e propria critica contro il sistema nazionale oggi in emergenza come non mai del quale Stella rappresenta la testimonianza concreta delle difficoltà presenti in molte aziende sanitarie.
ROBERTO STELLA, MEDICO MORTO PER CORONAVIRUS: IL CORDOGLIO DEI COLLEGHI
Roberto Stella, stroncato dal Coronavirus, era “un lottatore morto sul campo di battaglia”: lo ha dichiarato Saverio Chiaravalle, primario del pronto soccorso di San Donato nonché suo grande amico. A Corriere.it, il ricordo del collega per il quale Stella era soprattutto un medico di base sempre in prima linea al fianco dei suoi pazienti fino all’ultimo. “Ci eravamo incontrati di recente verso la fine di febbraio e mi ero raccomandato di rallentare, di badare di più e se stesso, e lui mi aveva risposto come sempre. Ci chiamavamo “fratello“. E anche in quella occasione mi aveva detto: “Fratello, noi siamo qui per lavorare e per combattere”. E lui l’ha fatto fino all’ultimo”, ricorda oggi Chiaravalle. La notizia della sua morte è giunta all’alba di oggi. Le condizioni del medico ricoverato in rianimazione sarebbero peggiorate all’improvviso nella notte. Dopo la notizia non è mancato il messaggio di cordoglio dei colleghi dell’ordine provinciale: “Il Servizio sanitario nazionale e lombardo, la Medicina nazionale e varesina hanno perso una guida attenta, un amico sicuro, un lavoratore appassionato, acuto, instancabile; i suoi pazienti hanno perso un amico ed un uomo capace di curare e prendersi cura senza limiti”. L’uomo era sposato ed aveva due figli. Nello studio nel quale lavorava a Busto Arsizio è risultato positivo anche un altro collega.