Gli ultimi giorni sono stati una vera e propria altalena di emozioni per il generale Roberto Vannacci che è passato dall’essere uno dei nomi più votati in Italia per le Elezioni Europee, fino a diventare – addirittura – vicepresidente del neonato gruppo dei Patrioti (fondato da Orban e guidato dal francese Bardella del RN); salvo poi vedersi incluso in una vera e propria polemica secondo cui i suoi alleati vorrebbero escluderlo dal gruppo politico europeo. Proprio di questo – e soprattutto delle polemiche che lo interessano – ha parlato lo stesso Roberto Vannacci in un’intervista rilasciata oggi per il Corriere della Sera nella quale parte subito dal sottolineare che “non penso ci siano nomine in gioco”, ricordando che “la votazione è già avvenuta e il mio nome non è stato contestato in tale sede”.



Tutto – secondo il generale – altro non sarebbe che “farloccherie che una certa stampa ha messo in circolazione” e che sarebbero riuscite a compromettere l’opinione di Laurent Jacobelli (il deputato del RN che ha sollevato dubbi sulla presunta vicinanza dell’ex Folgore a Putin); ma comunque Roberto Vannacci si dice anche “disponibile ad un confronto diretto (..) per chiarire tutte le eventuali perplessità e rappresentare chi io sia e che cosa abbia fatto per il mio Paese. Non ho alcun dubbio – ribadisce ancora una volta alla domanda se sia ottimista – sulla mia carica a vicepresidente”.



Roberto Vannacci: “Se l’Ucraina entra nella NATO la pace con la Russia diventa impossibile”

Rimanendo ancora un attimo nell’argomento delle voci che lo vorrebbero fuori dai Patrioti, Roberto Vannacci accusa apertamente la “stampa pretestuosa che cerca di ribaltare una situazione di fatto” diffondendo con “leggerezze, superficialità, approssimazioni amplificate” notizie al solo scopo di fare “lotta politica”, perpetrando “quel metodo che storicamente ha impiegato la sinistra per impedire la marcia nel deserto delle idee conservatrici“.



Ma lasciandosi alle spalle le (a sua avviso false e inutili) polemiche, il generale Vannacci ci tiene anche a ribadire la sua posizione sull’Ucraina, definendo “un fatto esecrabile, se accertato inequivocabilmente” il bombardamento all’ospedale ucraino da parte dei russi, ma anche “una provocazione che getta benzina sul fuoco” l’idea di accogliere a braccia aperte l’Ucraina nella NATO perché – spiega concludendo – “andando avanti di questo passo [si fa] ben poco per cercare di raggiungere una pace“.