Il generale Roberto Vannacci sarebbe indagato anche per falso in atto pubblico: a darne notizia è il Fatto Quotidiano, spiegando che i fatti che vengono contestati dalla procura di Roma sono gli stessi per i quali la procura militare aveva aperto un’inchiesta accusandolo di truffa e peculato, cioè di appropriazione di denaro pubblico. La vicenda riguarda alcuni rimborsi per eventi che non si sarebbero mai verificati, nel periodo in cui Vannacci era in Russia in qualità di addetto militare. Il caso è scoppiato dopo un’ispezione ministeriale, in base a quanto rivelò il Corriere della Sera, in merito alla gestione amministrativa delle spese di Vannacci.



In particolare, nel mirino sarebbe finita un’indennità di servizio destinata ai familiari se questi si trasferiscono insieme all’estero durante l’incarico, ma il generale non avrebbe dovuto percepirla, visto che moglie e figlie non erano con lui a Mosca con lui. Si parla poi di rimborsi illeciti in quanto legati a eventi e cene che non ci sarebbero state. La procura militare procede per truffa, ora si apprende che ci sarebbe un fascicolo aperto anche in quella ordinaria di Roma, che contesta il reato di falso.



VANNACCI E IL SUO LEGALE SMENTISCONO: “NESSUNA NOTIFICA”

Il generale Roberto Vannacci potrebbe essere convocato dalla procura di Roma, secondo il Fatto Quotidiano, ai cui microfoni è intervenuta la difesa dell’eurodeputato della Lega. Infatti, l’avvocato Giorgio Carta ha precisato che tutto è stato chiarito da tempo. Anche se non hanno ricevuto una formale notizia della chiusura dell’indagine militare, ribadiscono che le accuse mosse sono “infondate” e che la questione è stata già chiarita col ministero durante l’interlocuzione amministrativa. Il legale di Vannacci ha aggiunto che sono state fornite le informazioni necessarie e, anche con documenti, sono state negate tali irregolarità.



L’avvocato ha concluso ribadendo che non è arrivata nessuna notifica dalla procura militare così come da quella capitolina, quindi non sono a conoscenza di eventuali nuove contestazioni. Resta sereno, comunque, il diretto interessato che, intercettato da L’Aria che tira su La7, ha parlato di “chiacchiere da bar“, visto che né lui né il suo legale hanno ricevuto comunicazioni dalla procura: “Per cui chiunque abbia scritto quelle righe sui giornali si basa su chiacchiere da bar e da buvette“. Il generale Vannacci ha ribadito che non è stato notificato loro alcun documento formale che faccia presumere che la notizia riportata sia vera.